La Brexit non ha avuto quegli effetti catastrofici che molti sventolavano. E mentre le trattative ufficiali con la UE, per dare concretezza a quel voto, dovrebbero iniziare solo l’anno prossimo, intanto si può già fare un primo bilancio post-brexit.
Dopo la Brexit funziona l’economia
A distanza di tre mesi dalla Brexit, la Gran Bretagna può dire di aver subito solo un iniziale contraccolpo e nulla di più. Nessun tracollo economico, nessuna traccia di recessione. L’unico effetto concreto è il calo della sterlina. La piattaforma eToro lo quantifica nel 10% (puoi trovare qui la recensione e le opinioni su EToro broker).
Secondo i dati sulle vendite al dettaglio c’è stato anzi un aumento del 6,2% su base annua. Va bene anche il fronte occupazionale, che in estate ha raggiunto i massimi storici. Il tasso di disoccupazione è al 5,9%, ovvero molto al di sotto della media Europea, che è del 10,1%. I prezzi al consumo non sono aumentati, come invece si temeva in un primo momento. Sono infatti stabili (+0,6%) ad agosto.
Alcuni settori hanno brindato alla Brexit. La svalutazione del 10% circa subita dalla sterlina, infatti, ha spinto verso l’alto le esportazioni. Il crollo di valore del pound ha fatto felice soprattutto il settore turistico. Si prevede che aumenti del 3,6% quest’anno. Come corollario, il cambio favorevole ha spinto i vacanzieri a spendere anche di più durante il loro soggiorno in GB (+36%).
Il deprezzamento della sterlina ha spinto inoltre molti a investire nel mattone in Gran Bretagna. Rispetto a 3 mesi fa, infatti, costano 50mila euro in meno.
Il monito dell’OCSE
C’è però una serie di considerazioni da fare. Gli analisti sottolineano che gli effetti della Brexit si vedranno tra un po’. Anche perché finora i dati resi noti sono indicatori di breve termine, quindi poco attendibili. L’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo (Ocse) ha inoltre messo in evidenza che l’economia britannica dovrebbe subire un rallentamento il prossimo anno (1% del PIL).