I driver al ribasso per il dollaro australiano
Facciamo un passo indietro. Settimana scorsa la Reserve Bank of Australia (RBA) ha confermato ancora una volta il costo del denaro all’1,5%, ovvero al minimo storico. Tuttavia ha mandato dei segnali poco chiari al mercato. Ha precisato che questa situazione di tassi ridotti rimarrà tale per un prolungato periodo di tempo. Tuttavia il governatore Lowe ha ripetuto che la crescita economica è in graduale miglioramento. Inoltre il governatore ha anche detto che un aussie troppo forte potrebbe frenare sia la crescita economica che la crescita dell’inflazione. In questo modo ha dato una spallata al ribasso alle quotazioni.
Il secondo fattore che ha penalizzato la valuta australiana è stato invece il dato macro relativo alle vendite al dettaglio di settembre, che si sono attestate ben al di sotto delle previsioni medie. S’è infatti avuta una contrazione dello 0,6% m/m a fronte del +0,3% previsto.
Il risultato di questi fattori sfavorevoli è stato che giovedì scorso abbiamo visto l’AUD/USD violare al ribasso la sua fascia mensile, scendendo sotto 0,7787 (minimo 18 luglio). Molti di quelli che aveva sperimentato se il software Forex trading automatico funziona sono rimasti delusi. Ora come ora è probabile che i trader continueranno a mettere pressione al ribasso sull’AUD, anche perché si attende che la Fed proceda a un nuovo incremento del costo del denaro a dicembre, e dovrebbe finalmente ridurre il suo bilancio.
Anche contro l’euro l’aussie è andato in discesa. La coppia è salita fino a 1.5148, toccando il suo massimo dalla fine di agosto.