Il declino del prezzo del greggio
Secondo quanto riferisce Citigroup, infatti, il prezzo del petrolio potrebbe avere difficoltà a rimanere sopra quota 40 dollari al barile. Questo perché le scorte di greggio continuano a crescere, e al tempo stesso il livello di produzione, già gravato da un grosso surplus, anziché scendere potrebbe salire. Di fronte a questo stato di cose, la tendenza al ribasso della quotazione del petrolio continuerà
Il prezzo del petrolio intanto va sempre più giù. Sulla piattaforma IG markets abbiamo visto la quotazione del Brent scendere a 47,39 dollari, mentre il Wti americano è calato dello 0,76% a 45,97 dollari (vedi qui per una recensione su IG markets opinioni e valutazioni).
Ecco spiegata l’importanza del prossimo appuntamento del OPEC. I 14 produttori proveranno a raggiungere una bozza di intesa per congelare la produzione e stabilizzare i prezzi. Ma è tutt’altro che semplice. L’Iran, infatti, ha immediatamente detto no ad un’ipotesi del genere. Anzi, vuole tornare ai livelli pre-embargo. Quindi anziché ridurre la produzione aumentarla ancora di qualche centinaio di migliaia di barili al giorno.
Ma non è Teheran l’unico ostacolo. C’è infatti da considerare che, malgrado le buone promesse, chi come Russia e Arabia Saudita sostiene la necessità di un’intesa, sta tenendo il suo livello produttivo ai massimi storici. E nessuno vuole fare una mossa senza che prima o assieme la facciano anche gli altri.
E poi c’è da tenere a mente che esistono anche dei produttori fuori Opec, che secondo l’Agenzia per l’energia internazionale incrementeranno la loro offerta nel 2017. Anche se gli OPEC dovessero raggiungere un accordo, bisognerebbe poi andare a discutere anche con i non-Opec.