Yuri Salvatore:”senza la musica sarei morto da tempo per la troppa sete di giustizia.”.

Yuri Salvatore, figlio del noto cantautore napoletano, Federico Salvatore, è ormai da diverso tempo uno dei giovani cantautori e musicisti più seguiti sui social. l’ultimo album, “L’isola….di Yuri”rilasciato nei digital store  ufficialmente il 28 maggio di quest’anno, conclude una trilogia dove conosciamo il “Musicista di quartiere”per le sue prime composizioni. di seguito, la playlist con tutte le 16 tracce dell’ultimo lavoro indipendente distribuito da Tunecore, edalla seconda settimana dopo l’uscita, già tragli artisti italiani tunecore più ascoltati, superando i coveristi.

 

Perchè ti definisci un Musicista di quartiere?

“Perchè sono partito dalla parrocchia del mio quartiere, fino a toccare poi, teatri e locali della campania con la mia prima band. non credo sia da sottovalutare il musicista di quartiere, è una versione più contemporanea dell’artista o suonatore di strada.”.

Hai mai pensato ad un Yuri non musicista? ti sei mai rivisto in altri mestieri?

“Da piccolo volevo fare il contadino. amavo le fattorie, gli animali, tanto che quando tornavo da scuola, obbligavo mia madre a fermarsi in un cortile vicino casa, dove ad aspettarmi c’erano un asinello, che nel momento in cui scendevo dall’auto mi riconosceva subito, un cavallo e delle pecore. ci avevo fatto amicizia ed il saluto era doveroso. ma tralasciando questi ricordi, non ho mai immaginato la mia vita lontano dalla musica. ho troppa sete di giustizia e le canzoni mi permettono di placarla, senza la musica di questa sete sarei morto da tempo.”.

Nel tuo ultimo album hai alternato vari momenti musicali. qual’è il brano che ti rappresenta di più?

“Credo che sia l’album stesso a rappresentare ogni mia faccia. io spero più che altro, che siano gli altri, o perlomeno qualcuno a rivedersi in qualche testo. se parliamo di musicalità, sono legato ad alcune tracce come “La grande Bellè”, scritta in pochissimi minuti dopo la visione di un film in cui trai protagonisti c’era appunto Valentina Bellè, che rientra tra le mie giovani attrici del cuore. c’è “Una mail”, il monologo iniziale che è la mia visione antirealista delle cose, e tutti i singoli già pubblicati pre-album.”.

Un featuring con tuo padre?

“Piacerebbe ad entrambi, ma per ora non se ne parla. abbiamo troppe cose da dire ancora in separata sede, magari in futuro, tra qualche ricerca musicale di quelle che facciamo di solito insieme condividendo le nostre passioni, potremmo parlarne.”.

In qualche disco fa, hai inserito di tuo padre la canzone “Ali di fepo”, cantata in coppia con Michela Belotti. dopo quella collaborazione, quali sono i vostri rapporti?

“Ottimi! Michela è una sorella, ci sentiamo spesso. ci siamo fatti la promessa di tornare a cantare insieme. non mi dispiacerebbe neanche scrivere per lei, è uno di quei talenti che vanno gestiti alla grande.”.

a proposito dei talenti, qual’è il tuo pensiero sui nuovi talenti sbocciati?

“Come ho detto quelli preziosi vanno gestiti con canzoni e nei contesti adatti. il sistema talent per quel che mi riguarda è un massacro, una violenza psicologica. se non ci fossero palesi magheggi, ognuno sarebbe più sereno perchè rispettato nel suo stile. l’ho sempre pensato, altrimenti avrei partecipato ad occhi chiusi. oggi si pensa al prodotto, non al talento, altrimenti quest’anno ad amici a vincere sarebbe stata Carmen Ferreri, o Emma Muscat. tifavo loro due da musicista, perchè già pronte. ma sono le cosìddette voci giuste in un contesto sbagliato. mentre a the voice sono più rilassato nel vederlo, felice che quest’anno abbia vinto una mia conterranea, spero in una promozione più attiva.”.

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