Inflazione e banca del Giappone
Il contesto macroeconomico globale è difficile anche per l’economia giapponese. L’inflazione, che qui è sempre stata cronicamente bassa, ha superato a maggio il 2,5%, raggiungendo il massimo dal 2015. Si tratta di una cifra che pare irrisoria rispetto ai tassi che si registrano in Europa o negli Stati Uniti. Ma lo si deve solo al fatto che i salari in Giappone negli ultimi anni sono cresciuti davvero poco, malgrado l’aumento dei prezzi. Di conseguenza la propensione al consumo dei giapponesi è calata.
Di fronte ad un’inflazione così forte, crescono i dubbi riguardo all’efficacia delle politiche monetarie della banca centrale. Il governatore Kuroda sta subendo forti pressioni per cominciare – in maniera mite – ad alzare i tassi di interesse, anche per frenare la svalutazione dello Yen.
La caduta dello Yen
Alla fine di giugno il cambio rispetto al Dollaro della valuta Nazionale ha superato la soglia di 137, toccando un valore che non si vedeva da ben 24 anni. Si può constatare su qualsiasi opzioni binarie broker Europa.
Nel 1998 arrivo addirittura a147, ma quel Giappone veniva fuori dallo scoppio della bolla speculativa che aveva messo in ginocchio l’economia dopo un lungo periodo di crescita inarrestabile, cominciato addirittura nel secondo dopoguerra. Anche all’epoca la Bank of Japan si dimostrò poco efficace nel contrastare la crisi. Come oggi.
Suggerimento operativo: lo Yen giapponese può essere analizzato anche con la tecnica di Gann trading.
La divergenza dalla FED
La divergenza rispetto alle politiche monetarie della Federal Reserve si sta facendo sempre più ampia, e la progressiva svalutazione dello Yen sta spazientendo.
Inoltre alimenta le speculazioni sulla sostenibilità nel lungo periodo della politica monetaria condotta alla Bank of Japan. Questo spiega perché molti hedge funds stanno vendendo allo scoperto obbligazioni giapponesi.