Cecilia Martin Birsa: un’arte scultorea all’insegna della condivisione universale

“Quando si parla di arte declinata in chiave contemporanea è fondamentale mettere in luce anche l’orientamento d’ispirazione e la prospettiva di vedute, che ottiene attraverso una condivisione di impronta universale, affinché possano essere gettate le fondamenta e le basi per darle l’ampio respiro, che l’artista desidera e ambisce riscuotere al presente e al contempo garantirle anche una fruizione a largo raggio in una visione futurista e futuribile. Su queste lungimiranti e ravvedute dinamiche di pensiero si colloca la dimensione artistica della scultrice Cecilia Martin Birsa, che rappresenta proprio la volontà piena e convinta di canalizzarle con intento di condivisione universale”. La Dott.ssa Elena Gollini fornisce delle dissertazioni critiche e analitiche approfondite riferendosi all’espressione creativa della Martin Birsa, sviluppando una serie di argomentazioni. Inoltre ha rimarcato: “Ecco come Cecilia si distingue in modo qualificante e avvalorante non soltanto per le soluzioni di impeccabile composizione e costruzione formale, ma anche per quel quid speciale, che appartiene a un discorso divulgativo aperto a tutto campo e a tutto tondo, che rende omaggio a quello spirito di condivisione sociale e collettiva, che abbraccia tutta l’arte e la eleva a strumento universale di comunicazione. Cecilia nelle sue rappresentazioni scultoree si avvale di questo senso di condivisione, che diventa comunione, diventa approccio empatico e sensibile, che va ben oltre la visione estetica e il senso di apparenza esteriore. Cecilia cerca un rapporto elitario e un feedback speciale con lo spettatore, vuole creare e instaurare un filo conduttore intenso, nel quale viene racchiusa la sua storia personale e nel quale viene poi inserita anche quella soggettiva chiave di lettura offerta da una fruizione libera e scevra da ogni imposizione. Per Cecilia l’arte deve possedere il dono della libertà in ogni sua declinazione, affinché possa diventare davvero un ponte di collegamento e di connessione, che prescinde e supera, che oltrepassa e si propaga avanti verso un’autentica propensione di incontro. Cecilia diventa dunque fautrice e promotrice di un’arte scultorea, che si profonde in messaggi di aggregazione e di unione e che cancella ogni differenza e ogni diversità, affinché si possa generare un linguaggio comprensibile per tutti, accessibile a tutti e facilmente diffondibile ovunque. Le sculture di Cecilia sono senza dubbio destinate a essere concepite anche in chiave di recupero innovativo di una tradizione sempre attuale e intramontabile, che però al presente si modula e si modella con versatilità per diventare ancora più profondamente condivisibile”.

 

 

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