Nonostante fosse rimasto attivo il numero verde antiviolenza 1522 e le App per chiedere aiuto non abbiano mai smesso di funzionare, in realtà le possibilità di ricevere soccorso sono state molto ridotte. Insomma, la casa concepita come luogo di protezione si è trasformata in un carcere in cui tantissime donne hanno continuato a subire maltrattamenti e violenze dai rispettivi partner.
A dimostrazione di quanto affermato ci sono gli studi: secondo quello condotto da UNFPA – l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fare indagini sulle popolazioni – quest’anno potrebbero essere 15 milioni in più i casi di violenza domestica, con la percentuale di femminicidi salita al 20% nei primi tre mesi di confinamento in tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite. Numeri che raddoppierebbero nel caso in cui l’isolamento dovesse durare 6 mesi.
Violenza fisiche, sessuali, psicologiche non conoscono purtroppo il Covid-19 e le donne sono sempre più costrette a combattere da sole una battaglia dura e in grado di lasciare ferite profonde. Il ricorso a tecniche di difesa personale o a uno strumento efficace come lo spray al peperoncino da solo non basta, perché servono misure urgenti da parte delle istituzioni affinché il dramma della violenza femminile all’interno delle proprie mura non diventi un’emergenza nell’emergenza.