Editoria: Fabio Mazzeo presenta il suo primo libro, “La solitudine degli amanti”

fabio mazzeo

Due omicidi a 17 mesi di distanza. Le due donne uccise presentavano un braccio squarciato, un morso e una vera di diamanti all’anulare. Non si conoscevano, ma custodivano tra i loro effetti personali i versi di Ivano Fossati vergati con inchiostro verde su dei foglietti bianchi. Fabio Mazzeo racconta la caccia senza tregua al serial killer nel suo primo romanzo: “La solitudine degli amanti”.

La solitudine degli Amanti, libro di Fabio Mazzeo

Catania: Fabio Mazzeo presenta “La solitudine degli amanti”

È uscito il 7 marzo “La solitudine degli amanti”, il primo libro di Fabio Mazzeo. In seguito ai due appuntamenti di Roma, il romanzo è stato presentato a Catania presso la libreria “La Feltrinelli”. Insieme all’autore, sono intervenuti anche Katia Scapellato e Nicola Savoca, mentre Agostino Zumbo si è dedicato alla lettura dei passi più significativi. Una storia ambientata in una Roma “dolce e terribile”, come riporta Mario Barresi sul quotidiano “La Sicilia”, una caccia senza fine a un serial killer, divenuto tale dopo la scoperta di strane coincidenze tra alcuni dettagli comuni rinvenuti sui corpi di donne uccise. Ma “La solitudine degli amanti” è molto di più, è una sovrapposizione di due storie, di due linee parallele che girano a vuoto prima di unirsi. Sono le vicende di Liliana Cannata e Andrea Giannini, un magistrato e un poliziotto che indagano sul caso, uniti dalla stessa solitudine. Barresi si sofferma sul finale, definendolo un probabile “nuovo inizio”.

“La solitudine degli amanti”: la trama

“La solitudine degli amanti” è il primo romanzo di Fabio Mazzeo. Pubblicato il 7 marzo, il giallo racconta la caccia da parte di un magistrato e un poliziotto a un serial killer colpevole dell’omicidio di due donne. Le vicende si aprono in medias res: Il cadavere di un’artista cinquantenne, sposata con uno degli avvocati più influenti della capitale d’Italia, viene ritrovato a Piazza delle Muse. Era seduta su una poltrona di vimini e con lo sguardo perso nel vuoto sembrava contemplare il panorama incantevole di Roma. In realtà era morta, assassinata da un serial killer misterioso. Rivenuti sul suo braccio uno squarcio e un morso; mentre all’anulare portava una vera di diamanti. Sono gli stessi elementi di un delitto ancora irrisolto e avvenuto 17 mesi prima. Le donne assassinate non si conoscevano tra loro ma hanno in comune segreti inconfessabili. Entrambe custodivano, inoltre, tra i loro effetti personali, versi scritti con inchiostro verde su foglietti bianchi. Sono frasi tratte dal testo di una canzone di Ivano Fossati: L’amante.

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