Eni, Claudio Descalzi intervistato da Daniele Manca sull’energia green: serve ottimismo e concretezza

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi è stato ospite di Rcs Academy. Durante l’Online Talk con Daniele Manca, l’AD ha parlato degli obiettivi ambiziosi che Eni si è prefissata per ridurre le emissioni, rimanere competitiva e garantire l’approvvigionamento necessario per i prossimi decenni.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: la video intervista su Rcs Academy

"Dal punto di vista energetico bisogna essere realisti e ottimisti. Bisogna essere aperti, controllando i costi, e immettere sempre più fonti di energia pulita diverse nel sistema, così da venire in contro al fabbisogno crescente della popolazione". Sono le parole di Claudio Descalzi: l’AD di Eni ha dialogato con Daniele Manca, Vicedirettore del "Corriere della Sera", durante l’Online Talk Idrogeno e Green Economy. Strategie, Investimenti e Tecnologia, disponibile sul canale ufficiale di Rcs Academy. Eni è il primo produttore di idrogeno in Italia ed è il primo utilizzatore. "Il mercato a livello mondiale è di 75 milioni di tonnellate, ma oltre il 50% è per la raffinazione e più del 45% è per il settore chimico e la produzione di ammoniaca. La domanda nella mobilità è bassissima, siamo allo 0,001% delle macchine in circolazione a idrogeno, con concentrazione maggiore in Giappone e California", ha spiegato Claudio Descalzi. "Lavorare sull’idrogeno così come su tutte le fonti di energia è sensato perché abbiamo un bisogno crescente di energia. La tecnologia può migliorare l’utilizzo e abbassare i costi". C’è molto da fare e poco tempo per farlo.

Claudio Descalzi: l’idrogeno, la mobilità verde, la transizione energetica

"In Eni ci siamo presi un grande impegno, l’obiettivo di giungere alla completa decarbonizzazione di prodotti e attività entro il 2050. Per farlo abbiamo ideato negli ultimi anni delle tecnologie proprietarie al 95%": ha dichiarato Claudio Descalzi. Si punta quindi all’economia circolare, trasformando in idrogeno rifiuti organici e inorganici. Questo processo tuttavia produce inevitabilmente Co2: "Non possiamo pensare di fare una transizione senza la cattura della Co2", ha spiegato l’AD, specificando che l’idrogeno per Eni ha due colori, ovvero l’idrogeno blu, molto importante a livello europeo, e l’idrogeno verde, sui quali la società ha due progetti concreti per l’elettrolisi nelle raffinerie di Gela e Taranto. "Le grandi società hanno questa responsabilità, quella di aprire nuovi fronti", ha concluso Claudio Descalzi. Per quanto riguarda la mobilità elettrica invece, stanno per attivarsi due stazioni di servizio multifunzionali a Venezia e San Donato, così da iniziare a preparare il terreno e restare aperti all’introduzione di sempre più fonti energetiche pulite.

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