Gli errori dei manager su internet e sui social: il commento dell’esperto Andrea Barchiesi

Dalle “bombe inesplose” delle cavie umane di Volkswagen alla “sindrome di Trump”, fino alle ricerche correlate di Google: l’esperto Andrea Barchiesi spiega i sei errori più comuni dei manager internazionali da evitare per difendere la propria reputazione online su internet e sui social network.

Andrea Barchiesi, CEO reputation manager

Andrea Barchiesi: il caso dell’ex CEO di Yahoo! e la “sindrome di Trump”

Andrea Barchiesi, fondatore nel 2004 di Reputation Manager, spiega a Il Sole 24 Ore le sei principali insidie per la reputazione dei manager legate a internet e ai social, essenziali da conoscere ed evitare se si vuole mantenere in buono stato la propria identità digitale. Tra i principali pericoli della rete, vi è la convinzione che comunicazione e reputazione coincidano. In realtà, non è affatto così: il lavoro dell’ufficio stampa consiste nel veicolare informazioni e contenuti, mentre la reputazione è ciò che gli altri dicono sul conto del manager. Per spiegare questo concetto, Andrea Barchiesi menziona il caso di Marissa Mayer, ex CEO di Yahoo!: “L’ascesa della Mayer fu formidabile, con tanto di copertina su Vogue e Fortune, ma la sua caduta altrettanto rapida. Nei momenti di difficoltà sul fronte aziendale, dopo innumerevoli errori di gestione, la Mayer in una famosa intervista al Financial Times accusò i media di essere sessisti, ovvero di discriminarla in quanto donna”. Poco tempo dopo quest’affermazione si rivelò rovinosa per la sua reputazione, in quanto si scoprì che lei stessa aveva discriminato alcuni manager di sesso maschile in azienda. Un altro fenomeno da tenere a mente è la cosiddetta “sindrome di Trump”: essere famosi non comporta avere una reputazione più solida, in quanto ci sono manager che hanno una grande notorietà ma una reputazione decisamente negativa.

Andrea Barchiesi: dal caso Volkswagen all’algoritmo di Google

Per controllare e difendere la reputazione su internet non bisogna dimenticare di considerare foto e video, controllando questo materiale con un monitoraggio attento: foto e video hanno un impatto immediato, in grado di veicolare messaggi sbagliati. Andrea Barchiesi spiega inoltre il principio del “contagio reputazionale”, un’arma a doppio taglio per qualsiasi manager che sia immediatamente identificato nell’immagine della propria azienda. Nel caso scoppi una crisi, il CEO deve risponderne in prima persona, intaccando di fatto anche la propria reputazione personale. È una situazione che va gestita “costruendo una comunicazione coerente, promuovendo i temi che favoriscono il contagio positivo tra l’azienda e il manager e facendo attenzione a non lanciare invece messaggi che possono essere in contraddizione o in contrasto”, spiega l’esperto. Il quinto errore da evitare è quello di sottovalutare le cosiddette “bombe inesplose”, contenuti lesivi della reputazione che possono tornare a galla dopo mesi o anni, se non si provvede alla loro rimozione, come è accaduto ad esempio nel caso delle cavie umane di Volkswagen. Andrea Barchiesi conclude sottolineando l’importanza di non sottovalutare l’algoritmo di Google e le ricerche correlate: “Bisogna lavorare per dissociare le correlazioni inutili o negative legate al nome del manager sul motore di ricerca”. È fondamentale controllare i casi di omonimia e, eventualmente, contrastarli potenziando i propri contenuti e i propri valori, per costruire una visibilità stabile e forte.

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