Il prezzo del petrolio sale sui disordini in Kazakistan e la questione Libia

mercato del petrolio

Dopo una piccola pausa a seguito dell’uscita dei verbali della FED, il prezzo del petrolio ha ripreso il suo rally e viaggia verso il terzo rialzo settimanale consecutivo.

I driver del prezzo del petrolio

Il mercato si è inasprito a causa dell’escalation dei disordini in Kazakistan e delle interruzioni di fornitura in Libia. Fattori determinanti per il prezzo del petrolio.
Le tensioni nel paese kazako sono scoppiate per il caro-gas, e la Russia ha inviato i paracadutisti per aiutare a sedare la rivolta divampata in tutto il Paese.
Il più grande produttore di petrolio del Kazakistan ha alterato la produzione nel gigantesco giacimento di Tengiz, a seguito di diffuse proteste in un paese che attualmente produce 1,6 milioni di barili di petrolio al giorno.

La questione della Libia

Altri problemi riguardano la Libia, dove la produzione di petrolio è diminuita di oltre 500.000 barili al giorno a causa della manutenzione degli oleodotti e della chiusura dei giacimenti petroliferi. Ma l’output di questo membro dell’OPEC è calato anche a causa anche dei disordini delle milizie.

La posizione dell’OPEC+

Questi problemi dal lato dell’offerta giungono pochi giorni dopo l’ultimo meeting OPEC+. Il cartello ha mantenuto la sua politica esistente, che si fonda su modesti aumenti produttivi ogni mese per sostenere il prezzo del petrolio. I Paesi del cartello sono convinti che l’impatto di Omicron sulla domanda di carburante sarà lieve e di breve durata. Lo dicono gli indicatori che anticipano il trend.

Nel frattempo, le scorte di greggio statunitensi sono diminuite al di sotto del previsto mentre le scorte di benzina e distillati sono aumentate, sollevando preoccupazioni sulla domanda di carburante.

L’andamento dei prezzi del petrolio

Tutti questi fattori hanno spinto il prezzo del petrolio a quota 80 dollari al barile, salendo oltre la media mobile 200 periodi EMA200.
Il Wti del Texas passa di mano a 80,09 dollari (+0,79%) dopo il guadagno di oltre il 6% messo a segno nelle ultime quattro sedute mentre il Brent scambia a 82,6 (+0,8%). Non basta a raffreddare il mercato l’aumento della produzione deciso dall’Opec.

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