La dottoressa Elena Gollini ha messo in evidenza questa stimolante comunione dialettica, spiegando: “Le componenti distintive caratteristiche dell’arte simbolista, sono ravvisabili nel tracciato pittorico di Davide e ne avvalorano la portata e lo spessore. Nelle opere traspare una diafana texture, a rivelare l’intenzione dell’anima di personificarsi e farsi corpo visibile dentro la narrazione. Il colore nel suo ruolo dominante e preponderante esalta il pathos e l’atto creativo si trasforma in gesto di accorato abbandono liberatorio, come un moto salvifico, che lo rassicura e lo protegge. Il simbolo e la realtà si fondono insieme in chiave cifrata e codificata, fornendo allo spettatore un’angolazione particolare di comprensione, in cui la fantasia mantiene inalterato il suo incontestabile diritto di prelazione e si avvale della componente emotiva e sentimentale. Davide trova tramite l’uso del segno e del colore il suo linguaggio espressivo ideale e il modo migliore, più appagante, per comunicare con il mondo esterno, in una visione intima e raccolta, riflessiva, indirizzando l’arte in una dimensione di grande potenza espressiva e di preziosissima risorsa semantica. Tutto viene congeniato con una personalissima impronta stilistica, che ne avvalora la maturità creativa raggiunta e rafforzata attraverso la ricerca e lo studio, in cui pensiero e arte si trovano in perfetta fusione, offrendo ampio respiro alla componente fantastica e immaginifica e la possibilità leggere ed estrapolare dentro il dipinto una speciale avvolgente poesia tracciata con il pennello. Davide conferisce forte imprinting al tratto segnico, la cui suggestione visionaria supporta l’afflato cromatico“. E ancora proseguendo ha asserito: “Al segno e al colore viene dato valore assoluto, nella summa e nell’essenza dei valori filtrati dalla psiche, la cui spinta propulsiva produce e alimenta il divenire e l’affermarsi della proiezione narrativa. Lo scenario definisce immagini catturate nella realtà e trasfigurate, immagini vissute nei ricordi e custodite nella memoria, immagini scatenate dall’inconscio, nella sfera onirica del sogno, di quei sogni che fermentano l’esistenza poetica dell’uomo e ne proiettano la forza e al contempo la fragilità. Nei quadri si snoda la coscienza che l’uomo ha della sua fragilità, che lo spinge alla ricerca di un moto di evasione. L’anima fragile si illumina e attraverso il corollario cromatico acceso e vibrante rinasce e si risveglia e ritrova la dinamicità vitale e il lirismo di fondo. Ogni opera prende vita da una densa carica espressiva, che coincide anche con un incontro intellettuale e una suggestione sociologica, filtrata dalla sensibilità acuta, che contribuisce alla resa pittorica ottimale e ne garantisce la qualificante elevazione“.