La dottoressa Elena Gollini, spiegando l’essenza sostanziale della sua arte ha dichiarato: “Le opere di PierGió rappresentano una dimensione di realtà che attraverso la fantasia e l’immaginario ne crea una nuova, piena di significati simbolici. La sua arte concepita in chiave fantastica e irreale si avvicina alla visione onirica. Osservando le opere sorge spontaneo porgersi il quesito se sia più reale la realtà o il sogno, la fantasia che facciamo sulla realtà. Le visioni proposte rimandano all’Io interiore di PierGió e a una formula di concezione intimista del fare arte. La sfera emozionale è guidata da una precisione descrittiva, che non è mai fine a se stessa, né è mai concepita come puro esercizio di perizia estetica, ma richiama altro e fa riferimento ad una serie di contenuti allusivi sottesi, da carpire e interpretare. È un’arte che si manifesta come evoluzione esistenziale psicologica, offrendo spunti di pensieri e riflessioni. PierGió ha un’idea di arte panica nella quale si mescolano e si fondono insieme spirito e materia. L’aspetto irreale distintivo non esclude il rimando alla realtà nella sua concretezza di tangibile visibilità e sollecita un attento e accurato scandaglio analitico intellettuale. Il tratto segnico e i valori cromatici sono sempre in equilibrio e il disegno è sempre preciso e puntuale nella tecnica esecutiva, rispettando i canoni formali dell’impianto scenico. Nella magia dei sentimenti e delle risonanze spirituali, trovano piena esternazione l’appassionata attitudine creativa e l’accorata vocazione espressiva. PierGió si mantiene in linea con i canoni di un’arte accattivante, che attinge dal mondo circostante e lo rivisita in una dimensione sui generis di forte attrattiva e immediato coinvolgimento per lo spettatore“.