Politica monetaria della BoJ
La Banca del Giappone ha preso questa decisione non in modo unanime, visto che 2 membri su 9 hanno votato contro. E’ rimasta immutata anche l’impostazione accomodante della politica monetaria, nonché il piano di Quantitative Easing per 80 mila miliardi di yen l’anno (circa 743 miliardi di dollari).
La scelta della Bank of Japan ricalca ormai quelle prese negli ultimi mesi. La situazione economica non è preoccupante, ed anzi l’istituto centrale ritiene che l’economia giapponese dovrebbe “continuare su una tendenza all’espansione moderata”. I fattori di preoccupazione però riguardano l’inflazione, che malgrado i 3 anni di politica monetaria accomodante non è riuscita neppure a sfiorare il target del 2%. Ma un altro doppio fattore di rischio c’è all’orizzonte: la politica dovish della Federal Reserve USA, e la guerra dei dazi che sta finendo per penalizzare le esportazioni nipponiche.
Consigli pratici: è utile osservare l’andamento della coppia dollaro-yen attraverso i movimenti dell’indicatore MFI Money Flow index trading.
I mercati e lo Yen
Per questi motivi, il governatore della BoJ Haruko Kuroda non ha escluso che possano esserci in futuro nuovi stimoli all’economia, qualora l’inflazione dovesse ancora restare distante dal target prefissato.
Sui mercati, il meeting della BoJ ha cambiato poco o nulla. Sui broker con spread bassi forex abbiamo visto che lo Yen è in ascesa contro il dollaro, tanto che l’USD-JPY ha raggiunto 107,54, ai minimi di 6 mesi. Tuttavia questo movimento è stato innescato soprattutto dalla debolezza del dollaro, indotta dal meeting della Fed, che ha fatto capire che potrebbe tagliare i tassi forse già a luglio.