Produttori di petrolio irremovibili, l’OPEC+ conferma i suoi piani

petrolio

Il vertice dell’OPEC+ si conclude come ci si aspettava, ossia con una conferma del piano di tagli da parte del cartello. Le forti pressioni internazionali affinché si pompassse più oro nero sul mercato non sono quindi andate a segno.
Il cartello dei produttori di petrolio va avanti per la sua strada, che prevede un rialzo della produzione mensile di 400 mila barili al giorno a partire da dicembre. A inizio del prossimo mese ci sarà una nuova riunione, che si preannuncia nuovamente intensa.

La mossa dei produttori di petrolio

mercato del petrolioSul mercato il prezzo del petrolio è andato in salita, anche molto robusta, prima di perdere buona parte dei guadagni. Si può vedere su ogni piattaforma opzioni binarie.

Ad arginare la corsa dell’oro nero sono infatti le notizie che arrivano dall’Iran, uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. Il Paese mediorientale ha infatti annunciato che alla fine di novembre ripartiranno i negoziati con l’occidente sul nucleare. Se dovessero andare in porto, la conseguenze eliminazione delle sanzioni a carico di Tehran porterebbero maggiore petrolio sui mercati.

Sul mercato…

Nel frattempo però la corsa del petrolio sembra essere ripartita. Il Wti è salito a 82,30 dollari, il Brent è a 83,63 dollari.
Tuttavia il petrolio europeo rimane vicino al livello più basso in quattro settimane e molto al di sotto del massimo di 3 anni raggiunto la scorsa settimana.
Per i due riferimenti la crescita complessiva da inizio anno è dunque arrivata al 60%.

A soffiare il vento nelle vele è stata anzitutto la ripresa economica post-pandemia, che ha gonfiato la domanda di oro nero. Inoltre la stretta energetica per la carenza di gas e carbone, ha alimentato la richiesta di petrolio.

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Le infruttuose pressioni USA

Negli ultimi giorni i prezzi del barile erano scesi, a seguito delle forti pressioni del presidente Biden sui produttori di petrolio (che evidentemente non sono servite a nulla). Inoltre un altro fattore ribassista era stata la crescita delle scorte di petrolio greggio e distillati negli Stati Uniti.

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