Renato Ravanelli racconta F2i: la chiusura del Terzo Fondo, l’internazionalizzazione e le sfide future

Renato Ravanelli commenta gli ottimi risultati ottenuti da F2i negli ultimi anni e illustra la strategia del fondo infrastrutturale, illustrandone il target di riferimento e i progetti in corso: tra le sfide più ambiziose c’è il processo di internazionalizzazione.

F2i

Renato Ravanelli: i risultati raggiunti dal Terzo Fondo F2i

F2i è una società in buona salute e ha una storia di successo: l’ultima operazione del 2017 è stata la chiusura della raccolta del Terzo Fondo, nel quale sono confluiti gli asset del Primo, con il raggiungimento della cifra di 3,3 miliardi di euro (poi aumentata a 3,6 miliardi). Si è trattato di uno step importante per il fondo infrastrutturale. La SGR nata nel 2007 e guidata dall’Amministratore Delegato Renato Ravanelli ha in portafoglio numerose società attive in settori diversi, con oltre 10 mila persone impiegate. In una intervista a “MAG”, la rivista di Financecommunity, l’AD di F2i ha spiegato che “il Terzo Fondo si è chiuso con una raccolta importante, il più grande mai lanciato in Italia”. Le attività proseguono su questa strada improntata al successo: a dare fiducia sono anche investitori esteri. “Con queste risorse continueremo anche a sostenere la crescita delle aziende che già abbiamo in portafoglio“, ha spiegato Renato Ravanelli. I settori di attività sono gli aeroporti, le reti di distribuzione gas, le energie rinnovabili (solari, eoliche e da biomassa), le telecomunicazioni, le infrastrutture sociali, il ciclo idrico integrato, le reti di pagamento elettronico e le autostrade. “Ciò che conta realmente è la credibilità del management”, sostiene l’AD, “alla fine gli investitori affidano le loro risorse a un team che deve essere giudicato affidabile e con un ottimo track record. Poi c’è la credibilità della proposta di business e la capacità di raccontare le aspettative per il futuro in termini di opportunità e investimento”.

F2i: la strada verso l’internazionalizzazione

Secondo l’AD Renato Ravanelli il target ideale per F2i sono “società già operative che operino in contesti settoriali in cui la struttura dell’offerta è ancora frammentata”. La principale strategia si basa proprio sull’unione di piccole realtà: da queste nuove sinergie e dalle operazioni di aggregazione scaturisce valore. “Entriamo in un settore, acquisiamo un’azienda e poi un’altra e cerchiamo di integrarle facendole crescere di scala. Nel comparto infrastrutturale la scala di attività è molto importante e se ben gestita genera efficienze operative e aumenta la qualità del servizio a beneficio degli investitori ma più in generale del sistema Paese”. La sfida per F2i si concentra sul tema dello sviluppo delle controllate sul livello internazionale. “Ciò non vale solo per quelle che abbiamo attualmente in portafoglio, ma anche per altre aziende che abbiano voglia e desiderio di essere accompagnate da un soggetto istituzionale come F2i che ha denaro disponibile per aiutarle a crescere”, ha spiegato Renato Ravanelli. L’AD però ha specificato come l’internazionalizzazione sia un processo da affrontare con i dovuti tempi, per continuare a lavorare con costanza e prudenza in Italia così come in altri Paesi: “L’obiettivo è investire nell’equity delle società”.

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