La scelta cinese si mette in scia a a quella già annunciata dalla Russia.
Cosa accade nel settore dell’acciaio
Adesso si aggiunge quest’altra mossa, che porterebbe a un impoverimento ulteriore nelle forniture globali di metallo. Peraltro in un contesto in cui il settore dell’acciaio già sta vivendo una fase di deficit di offerta.
Questo impoverimento dipende dalla forza della ripresa globale, e siccome la Cina è stata la prima a riprendersi, ha bruciato tutti sul tempo. Ma anche la forte richiesta degli Stati Uniti spinge sul prezzo. Senza considerare le immancabili manovre speculative. Ne deriva il forte pericolo di un ulteriore aumento dei prezzi.
Nota: prima di avventurarsi nel mercato delle commodities, è il caso conoscere i CFD come funzionano (contratti per differenza).
Prezzi sempre più in alto
Va ricordato che nel corso dell’ultimo anno, il settore dell’acciaio ha vissuto una impennata dei prezzi fortissima, visto che sono saliti del 140% circa. Chi utilizza il metodo Fibonacci analisi tecnica ha visto il prezzo attraversare tutti i ritracciamenti.
Secondo gli ultimi dati, il prezzo di una tonnellata di coil, ossia il laminato più in uso nell’industria, è arrivata a sfiorare i 600 dollari. Il coils a caldo veleggia invece attualmente sui 1100 euro a tonnellata.
I produttori cinesi fanno festa
Nel frattempo, grazie a questa situazione i produttori cinesi attivi nel settore dell’acciaio stanno registrando profitti record. Hanno toccato i 24 miliardi di euro nel primo semestre dell’anno, con un incremento del 286% sul 2020. Secondo i dati del National Bureau of Statistics (NBS), la produzione ha fatto segnare un nuovo record mensile a maggio.
Nei primi cinque mesi dell’anno, la Cina ha prodotto 473,1 milioni di tonnellate di acciaio grezzo, in crescita del 13,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.