Sterlina in calo dopo le decisioni troppo “dovish” della Bank of England

Il costo del denaro in Gran Bretagna resta com’è. Nessun ritocco da parte della Bank of England, che ha lasciato invariati i tassi così come il piano di acquisto di asset (Quantitative Easing) da 435 miliardi di sterline. La decisione – largamente prevista – è stata presa a maggioranza per 7 voti contro 1. Il costo del denaro rimarrà così al livello minimo di 0,25% che fu fissato l’estate scorsa, in pieno effetto post-Brexit.

cambio sterlina dollaroSe la decisione ra prevista dai mercati, c’era invece molta curiosità di conoscere le dichiarazioni a corredo della stessa. Il Monetary Policy Committee (MPC) ha fatto che la normalizzazione dei tassi ci sarà solo se i negoziati tra Londra e Unione europea sulla Brexit procederanno senza intoppi. Queste osservazioni hanno scatenato l’immediata reazione dei mercati. La sterlina è scesa in pochi minuti da 1,2925 dollari a 1,2855. I migliori segnali di trading gratis affidabili hanno cominciato a suggerire di vendere pound.

Il commento di Carney e gli effetti sulla sterlina

Ha parlato anche il Governatore Marc Carney, mettendo in evidenza come la debolezza della sterlina sia stato il primo driver dell’inflazione in aumento, e che la politica monetaria espansiva condotta dalla BoE sia giustificata dalla situazione. La frenata dell’economia che si prevedeva avvenisse in seguito alla Brexit è cominciata, ha sottolineato il governatore della Banca d’Inghilterra. Il rallentamento dei consumi inoltre è sempre più evidente, proprio a causa della grave inflazione che ha iniziato a colpire il potere d’acquisto della popolazione.

Va detto che il quadro dipinto dalla BoE non è piaciuto agli investitori, che speravano di sentire toni più “aggressivo” e meno dovish. Per questo la delusione ha innescato la vendita sulla sterlina, che come detto è scivolata contro l’euro fino a quota 0,8442 (+0,52%). Questi eventi dimostrano come prima di chiedersi quanto si guadagna con le opzioni binarie, bisogna capire che il mercato non viaggia sempre come vorremmo.

Chiudiamo con i dati macro. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ONS) l’indice della produzione industriale a marzo è sceso dello 0,5% su mese dopo il -0,8% rivisto del mese precedente. Si tratta di un valore peggiore delle attese degli analisti, che avevano stimato una discesa dello 0,3%.
Male anche il deficit della bilancia commerciale.

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