Sterlina di nuovo sotto i riflettori. Gli investitori davanti a una scelta difficile

Con l’avvio delle trattative per la Brexit, il cambio tra euro e sterlina è tornato ad essere al centro delle attenzioni degli investitori. Le negoziazioni per l’uscita della Gran Bretagna dall’unione si preannunciano difficili e tese, e questo “braccio di ferro” inevitabilmente farà sentire i propri effetti anche sulla quotazione del pound. Proprio perché l’esito di queste negoziazioni è molto incerto, risulta difficile al momento fare previsioni sul cross Eur-Gbp. Del resto anche un minimo cambiamento potrebbe avere effetti molti intensi sul loro rapporto.

Partiamo dall’osservazione del cambio attuale. Dall’inizio del mese di maggio è salito da 0,840 a 0,878 (suggeriamo d utilizzare oscillatore stocastico trading). Il trend quindi è già rialzista.

Due scenari per il cross euro-sterlina

sterlinaPossiamo provare a ipotizzare due scenari alternativi per il lungo periodo. L’ipotesi che sorregge un rialzo del cross euro-sterlina punta soprattutto sul fatto che il flop elettorale da parte della May, potrebbe avere come conseguenza molte difficoltà per il Regno Unito nello spuntare accordi vantaggiosi. L’elemento cruciale dei negoziati riguarda le tariffe che saranno applicate per gli scambi commerciali. Se dovessero essere adottato le tariffe del WTO, dopo anni di libero scambio, allora la sterlina finirebbe per uscirne molto indebolita. Di conseguenza ci sarebbe il rialzo del cambio EUR/GBP.

In generale, questo è lo scenario che al momento ci convince. I rischi per un deprezzamento della sterlina inglese sono maggiori rispetto a quelli che potrebbero spingere l’euro al ribasso. Peraltro siamo sempre più vicini a mettere nel mirino quota 0,90, che psicologicamente sarebbe molto importante (si veda il grafico con indicatore ADX forex trading).

Viceversa, uno scenario in cui la sterlina potrebbe riprendere quota coinvolge l’attuale momento dell’euro. La valuta unica sconta un atteggiamento molto prudente della Banca Centrale Europea. L’istituto centrale non è ancora intenzionato a mettere fine alla politica monetaria accomodante. Se tutto va bene, la svolta restrittiva potrebbe esserci nel 2018. Questo a lungo andare potrebbe frenare la spinta dell’euro, e di conseguenza spingerla verso il basso.

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