Tassi di interesse e BCE, comincia a prendere intensità lo scontro tra i falchi e le colombe

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Anche se nel corso dell’ultimo meeting di politica monetaria si è deciso senza problemi di continuare ad avere un approccio accomodante, la BCE comincia ad avere diverse anime al suo interno. da una parte avanzano i “falchi” (quelli che spingono per un aumento dei tassi di interesse), dall’altra le colombe devono faticare un po’ di più per evitare un prematuro abbandono della linea accomodante.

Le “colombe” e i tassi di interesse

inflazione bceMolti sostengono l’importanza di mantenere gli stimoli fiscali, sotto forma di spesa o investimenti pubblici, accompagnati dallo ‘scudo Bce’. Sarebbe questa infatti l’unica ricetta per dare sollievo ad una economia martoriata dai lunghi mesi di Covid.
Se la BCE continuerà a impegnarsi a tenere i tassi di interesse bassi fino al conseguimento di un’inflazione soddisfacente, allora per gli Stati si creeranno delle opportunità. Ma è necessario che possano stare sicuri che non saranno penalizzati con un rialzo prematuro dei costi d’indebitamento.

Nota operativa: prima di avventurarsi sui mercati finanziari, bisogna sapere l’oscillatore stocastico cos’è.

I falchi non sono daccordo

Dall’altra parte però, c’è chi comincia a ringhiare contro il Pepp, sperando che venga presto ritirato. Come il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Secondo lui il programma di acquisto titoli PEPP, essendo legato ad una situazione di emergenza come la pandemia (del resto lo dice il suo stesso nome), deve esaurirsi con la fine della fase di emergenza. Ma come lui, anche altri iniziano ad esercitare un po’ di pressioni. Se non per alzare i tassi di interesse, quanto meno per cominciare a parlare del tapering.
L’idea comunque è che, vista anche l’incertezza della situazione, si procede con una riduzione degli acquisti netti.

Al momento la lotta tra queste due anime della BCE non sembra scuotere i mercati. Almeno così dicono gli analisti delle piattaforme di trading online migliori.
Nessun investitore quindi sembra temere un’imminente chiusura dei rubinetti da parte della Eurotower, tenuto conto anche del fatto che la ripresa economica della zona Euro è in ritardo rispetto a quella statunitense, dove di tapering per adesso si accenna soltanto l’idea.

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