Non puoi andare a praticare una lingua nel suo paese di provenienza? Stimola il cervello!
Quelle parti del cervello che sono responsabili della parola, quando vengono stimolate danno risultati migliori. Imparare una seconda lingua straniera non è facile, è un lavoro molto intenso e scrupoloso in termini di carico cognitivo e consumo di energia per il cervello. L’apprendimento formale della seconda lingua nella maggior parte dei casi non ha successo, poiché gli studenti ricevono una pratica linguistica scarsa o insufficiente. Inoltre, non tutti gli studenti possono permettersi di beneficiare delle opportunità di studiare all’estero.
Tuttavia, ci sono molti strumenti tecnici che sono utili per risolvere il problema dello studio delle lingue straniere. In particolare, esistono numerose piattaforme tecnologiche che forniscono strumenti di apprendimento linguistico che consentono agli studenti di migliorare in modo interattivo le proprie conoscenze. Tra questi: simulatori, giochi, comunicazioni mediate da computer con madrelingua, in particolare lezioni online con partner stranieri di tutto il mondo, blog e social network.
Oltre alle suddette, le neuro tecnologie moderne vengono in aiuto degli studenti, consentendo un apprendimento più rapido ed efficiente delle lingue straniere.
Recenti studi hanno dimostrato che la stimolazione trans cranica in corrente continua (tDCS) è un metodo promettente per migliorare non solo le abilità motorie, ma anche l’allenamento linguistico associativo, un’abilità cruciale per lo studio di nuovi linguaggi da parte di persone sane e recupero del linguaggio dopo un ictus. La valutazione dei tassi di velocità e di successo della formazione, anche tra i pazienti che studiano la loro lingua madre, ha mostrato un costante aumento dell’efficacia dell’allenamento associativo della lingua, rispetto alla stimolazione con placebo.
Attualmente, il ruolo di varie aree della corteccia cerebrale nel processo di apprendimento di nuove lingue viene attivamente studiato.
Vi sono prove convincenti del coinvolgimento delle regioni cerebrali prefrontali, nei meccanismi del controllo esecutivo nelle condizioni dell’elaborazione del linguaggio, dell’informazione e dell’estrazione degli engrammi di memoria.
La stimolazione di queste aree del cervello porta all’intensificazione di specifici processi di informazione, consentendo un’elaborazione più efficiente di compiti linguistici ambigui, ricordando e riproducendo nuove strutture linguistiche che richiedono il controllo esecutivo. I risultati hanno mostrato che il metodo di stimolazione elettrica in corrente continua (TDC) è promettente e utile nell’apprendimento delle lingue sia per le persone sane, che per i pazienti colpiti da ictus e che ripristina le capacità del linguaggio nell’afasia.
Nuovi dati ottenuti dai neurofisiologi della McGill University di Montreal hanno confermato la partecipazione delle regioni frontali, associative e temporali del cervello nel processo di padronanza di nuovi linguaggi e le loro strette connessioni funzionali consentono di prevedere l’efficacia di tale formazione.
Gli autori avanzano un’ipotesi secondo cui i componenti della rete neurale rilevata nella lingua hanno specifici indicatori di attività che determinano gli aspetti chiave dell’elaborazione vocale dell’informazione, vale a dire: ricerca lessicale in parlato spontaneo e velocità di lettura. Gli studi, condotti utilizzando la risonanza magnetica funzionale, hanno dimostrato che lo stato delle connessioni funzionali delle diverse regioni cerebrali dei partecipanti linguistici è strettamente correlato con i risultati della loro formazione.
Pertanto, la capacità di una persona di apprendere le lingue può essere non solo prevista dalla connessione funzionale interna delle strutture cerebrali, ma anche migliorata dai metodi di neuro stimolazione, il cui sviluppo è in corso in Basis Neuro.
Studi pubblicati sulle riviste The Journal of Neuroscience, Journal of Cognitive Neuroscience e PlosOne.
https://www.mitpressjournals.org/doi/abs/10.1162/jocn.2008.20098
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0141417
http://www.jneurosci.org/content/36/3/755.full
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