Claudio Descalzi: “Futuro Quotidiano”, dialogo con l’AD di Eni

Claudio Descalzi

L’intervento dell’AD Claudio Descalzi nel corso del primo appuntamento di “Futuro Quotidiano”, organizzato da “QN Quotidiano Nazionale” e Luiss School of Government.

Claudio Descalzi (Eni S.p.A.)

Eni, l’AD Claudio Descalzi: la sicurezza che abbiamo garantito è data dal lavoro fatto negli anni

È stato l’AD Claudio Descalzi il primo dei grandi protagonisti con cui gli studenti della Luiss hanno avuto modo di confrontarsi nell’ambito di “Futuro Quotidiano”: l’iniziativa organizzata da “QN Quotidiano Nazionale” in collaborazione con il Professor Giovanni Orsina e il Professor Lorenzo Castellani, rispettivamente Direttore e Lecturer della Luiss School of Government, si pone l’obiettivo di creare opportunità di confronto tra i giovani studenti e i grandi nomi dell’economia, della politica, della cultura, dell’imprenditoria e del sociale. Parlando delle sfide a cui il nostro Paese è chiamato a dare una risposta, Claudio Descalzi si è focalizzato in particolare su quelle legate al futuro dell’energia. “L’ultimo anno l’ho passato tutto in giro per il mondo per garantire la sicurezza energetica del nostro Paese. Abbiamo dovuto trovare, attraverso una diversificazione, nuovi fornitori”, ha spiegato l’AD. Per quanto ci siano Paesi che investono e poi vendono idrocarburi, altri invece richiedono un impegno diverso: “Devi investire, sviluppare, mettere in produzione e poi hai una parte di queste risorse”. Se Eni quindi è stata in grado di rispondere alla crisi è anche “perché investivamo in quei Paesi da molto tempo: la sicurezza che abbiamo garantito è data dal lavoro fatto negli anni”. Il pensiero corre inevitabilmente all’Africa dove “proprio per dare stabilità alla nostra presenza non ci siamo limitati a sfruttare dei giacimenti, ma abbiamo guardato anche ai bisogni di quelle comunità”: ad esempio “abbiamo investito più di 2 miliardi in cicli combinati per i Paesi africani”.

Claudio Descalzi: una sola fonte non risolve tutto, fissati gli obiettivi serve neutralità tecnologica

La vision dell’AD Claudio Descalzi sul futuro dell’energia è emersa chiaramente nell’intervista che gli ha fatto la direttrice di “QN” Agnese Pini. L’AD ha parlato anche della fusione a confinamento magnetico e delle prospettive rivoluzionarie a cui apre. È “un processo complicato” che “sta arrivando a una sua maturazione in termini di materiali”, ha spiegato: “Ci sono molti centri di ricerca che stanno studiando, e molti investono e anche noi lo facciamo a Boston nel progetto di Commonwealth fusion systems. Se funziona lo sapremo nel 2025. In quel caso nel 2030 avremmo il primo prodotto industriale. Se avremo successo l’energia, una energia che sarebbe pulita, potrà diventare un prodotto di tutti, non più un bene che può essere usato come arma geopolitica”. Nel frattempo, secondo Claudio Descalzi, è fondamentale avere pragmatismo: “La mobilità elettrica può essere importante. Ma abbiamo bisogno di un mix energetico, non c’è una fonte, né il gas né le rinnovabili né il nucleare, che risolve i problemi di tutti. L’importante è che sia pulita, e infatti non stiamo investendo molto nell’elettrico e nei biocarburanti. Non è un derby calcistico, una guerra di religione, fissati gli obiettivi serve neutralità tecnologica”.

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