Già dal giorno successivo all’inizio della crisi ucraina le borse hanno dato chiari segni di ripresa ridimensionando velocemente l’evento ad un a crisi locale rispetto alla vastità di una economia globale in cui la stessa europa non rappresenta che una parte marginale del sistema.
Nonostante ciò quello che è avvenuto sui mercati azionari nelle prime 24 ore dall’evento può essere di spunto per comprendere meglio la solidità di alcuni asset strategici.
Oro
Il prezioso metallo giallo come sempre accaduto in passato ha confermato il suo ruolo di bene rifugio per eccellenza, ogni volta che si prospetta un evento negativo di vera o presunta portata globale il suo prezzo tende ad aumentare.
Spesso per difendere il valore del denaro investito si predilige oro fisico in lingotti o nel caso di piccoli risparmiatori anche di monete d’oro che possono essere vendute in modo più flessibile anche presso attività come questo compro oro Firenze.
Petrolio
Il petrolio è un bene al momento al centro di una forte interesse che vede contrapposte due realtà ben distinte.
Da una parte vi sono i convinti sostenitori di una agenda globalista che vorrebbe in pochi anni sostituire l’energia prodotta con petrolio, carbone e gas sostituita con metodi ritenuti a torto o a ragione meno nocivi per il pianeta.
Dall’altra vi sono schiere di scettici che vedono in questo disegno solo un tentativo di veicolare l’economia verso un paradigma diverso che però non troverebbe giustificazione in una crisi ambientale che viene alimentata per secondi fini.
Questo confronto rende il prezzo del petrolio altamente instabile almeno fino a quando una parte non riuscirà a prevalere in modo netto sull’altra.
Anche se sul lungo periodo il petrolio potrebbe perdere il suo ruolo di bene determinante per l’economia si prospettano anni cui il suo prezzo potrebbe alternare forti rialzi dovuti a politiche di restrizione a forti ribassi dovuti a grandi quantità di petrolio in esubero.