Economia cinese, gli indici PMI confermano la manifattura in contrazione

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Qualche segnale di ottimismo c’è, ma è ancora troppo poco. Il National Bureau of Statistics della Cina ha pubblicato il nuovo dato sulla manifattura, che ha evidenziato una contrazione per il quinto mese di fila. Cosa che rende sempre più improbabile centrare l’obiettivo 2023 di crescita al 5% per l’economia cinese.

Gli ultimi report sull’economia cinese

Ad agosto il PMI manifatturiero è salito a 49,7 punti dai 49,3 del mese precedente ed è risultato superiore ai 49,4 attesi. Ma rimaniamo sempre sotto la soglia dei 50 punti, sotto la quale l’attività si contrae. La buona notizia è che per la prima volta in 5 mesi i nuovi ordini sono tornati a crescere.
Il Pmi del settore non manifatturiero è sceso a 51,0 da 51,5 di luglio, risultando inferiore alle attese per 51,1 punti. L’ultimo dato ha segnato l’aumento più debole nel settore dei servizi da dicembre 2022.
Il PMI composito, che combina l’attività manifatturiera e quella non manifatturiera, è salito a 51,3 punti dai 51,1 precedenti.

Urgono misure di sostegno

Questi dati lasciano inalterata la pressione sulle autorità affinché forniscano sostegno per sostenere la crescita dell’economia cinese, in un contesto di domanda debole sia nel paese che all’estero.
L’economia cinese deve fronteggiare il peggioramento della crisi immobiliare, la debolezza dei consumi e il crollo della crescita del credito. Inoltre, l’occupazione è rimasta debole, in calo per il quinto mese consecutivo (46,8 contro 46,6).

Annotazione: anche sui mercati cinesi si può adottare una strategia scalping 1 5 minuto, ma bisogna essere sempre molto cauti.

La reazione dei mercati

I mercati hanno reagito con composta delusione. Lo yuan offshore si è stabilizzato intorno al 7,3 per dollaro, ma è destinato a perdere più del 2% ad agosto (come si vede sugli opzioni binarie broker Europa), gravato dalle incertezze economiche e da una serie di tagli dei tassi di interesse da parte della banca centrale del paese.

Le autorità cinesi hanno inoltre contrastato la volatilità valutaria attraverso swap nei mercati offshore e aumentando il costo delle posizioni corte sulla valuta, oltre a fissare tassi medi giornalieri più forti del previsto.
I mercati azionari asiatici hanno invece chiuso contrastanti.

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