Aussie in calo malgrado l’inflazione
L’impennata di contagi da Covid, che ormai rendono inevitabili nuove misure di lockdown, hanno reso certezza il timore di una brusca frenata nella ripresa economica.
Il dollaro australiano è considerato un asset molto indicativo della forza della ripresa economica. Quella australiana infatti è una economia fortemente connessa alle materie prime, e quindi alla domanda industriale globale. Se cala quest’ultima, viene penalizzato proprio il dollaro australiano. Anche se l’inflazione riporta dati confortanti.
I dati macro
La RBA infatti questa mattina ha pubblicato un solido report sull’inflazione. Neppure questo però ha dato sollievo alla valuta, penalizzata dall’avversione al rischio che ha prevalso sui mercati. L’Australian Bureau of Statistics ha riferito che l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dell’1,6% nel trimestre di settembre (1,5% con aggiustamenti stagionali). Nel trimestre precedente c’era stato un calo dell’1,9%. Su base annua, l’indice è aumentato dello 0,7%. Il CPI core è aumentato dello 0,4%, superando leggermente la previsione.
Nota operativa: uno degli strumenti più usati dagli investitori per l’analisi tecnica, è la media mobile di convergenza divergenza.
Il dollaro scivola
Questi dati sull’inflazione avevano fornito un temporaneo sostegno all’Aussie, che aveva guadagnato terreno. Poi però ha prevalso il clima di paura sui mercati, che ha limitato la domanda di valute più rischiose. Il dollaro australiano è sceso a 0,7085 rispetto al dollaro USD, toccando il livello più basso in una settimana. Proprio l’indice del biglietto verde americano è invece salito al livello più alto in nove giorni vicino a 93,50.
Attualmente, il prezzo è in un canale ribassista. Ciò è confermato dall’indicatore RSI (qui invece parliamo delle previsioni franco svizzero). Poiché il prezzo è ancora al di sotto della media mobile (100), il supporto immediato è visto a 0,7090, che coincide con un rapporto aureo (50% di Fibonacci).