Inflazione Ue frena più del previsto. L’Euro ringrazia

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Arrivano notizie incoraggianti dal fronte dei prezzi. In base ai dati diffusi da Eurostat, l’ufficio di statistica della UE, il tasso di inflazione ha infatti frenato oltre le previsioni.

Il report sull’inflazione

euroNel report reso noto mercoledì si legge che il tasso di inflazione annuo nell’area dell’euro è sceso al 10% nel novembre del 2022 dal massimo record del 10,6% toccato a ottobre. E’ andata anche meglio delle stime preliminari, che erano al 10,4%.
Il costo dell’energia (34,9% vs 41,5%) e dei servizi (4,2% vs 4,3%) è probabilmente rallentato, mentre i prezzi di cibo, alcol e tabacco sono aumentati a un ritmo più veloce (13,6% vs 13,1%).

Un segnale incoraggiante

La frenata dell’inflazione è la prima dal giugno dello scorso anno, il che potrebbe offrire alcuni primi segnali che le pressioni sui prezzi hanno raggiunto il picco. Tuttavia, il tasso rimane vicino a livelli record e 5 volte superiore all’obiettivo della BCE del 2%.

L’istituto centrale, per bocca della presidente Lagarde, di recente ha fatto sapere al Parlamento europeo che l’inflazione nell’Eurozona non ha raggiunto il picco e che i rischi stanno aumentando più del previsto. Per questo i ciclo di strette monetarie non è ancora concluso.

I vari Paesi

Considerando le maggiori economie, l’inflazione è rallentata in Germania (11,3% vs 11,6%), Italia (12,5% vs 12,6%) e Spagna (6,6% vs 7,3%) ma è rimasta invariata su livelli record in Francia (7,1%). Rispetto al mese precedente, i prezzi al consumo sono scesi dello 0,1%, il primo calo dal luglio dello scorso anno.

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La reazione del mercato

Dopo il dato sull’inflazione, l’euro ha mantenuto i guadagni contro il dollaro, oscillando vicino a un picco di cinque mesi di circa $ 1,04. La moneta unica è salita di quasi il 5% a novembre, sulla buona strada per il mese migliore da settembre 2010. Inoltre l’indicatore chaikin money flow segnala un ulteriore possibile rialzo.

La BCE rimane impegnata ad aumentare i tassi di interesse per domare la crescita dei prezzi, mentre gli analisti sono divisi sul fatto che la banca centrale aumenterà i costi di indebitamento di 75 punti base per la terza volta quando si riunirà a dicembre.

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