Intervista a Yuri Salvatore:”Napoli nelle fiction? riesco a vedere il buono, i ragazzi vanno guidati nella visione”.

Il figlio di Federico Salvatore, Yuri, è reduce dalla recente pubblicazione di “Azz JR”, album che si può considerare un sequel dei personaggi messi al mondo da suo padre, Federico e Salvatore, che fanno posto ai loro rispettivi figli.

nato il 30/11/1992, assorbe fin da piccolo quella napoletanità a 360 gradi che tutt’ora porta avanti. sui social, ha ottenuto negli anni migliaia di consensi e puntualmente grande sostegno. con Tik tok, dove il suo profilo vanta più di 3000 follower, Yuri aggiorna i suoi amici alternando goliardia e riflessioni sulle varie sfumature dell’attualità.

 

Yuri, sei da poco uscito con “Azz JR”, e non solo, sei tra i partecipanti del docufilm “Napoli S-velata”di Franco Cutolo. 5 capitoli su una Napoli che racchiude il bene, la giusta alternativa a quella che si vede ogni giorno anche in tv. come giudichi questo progetto e cosa ricordi di questa esperienza?

“Napoli S-velata è una bomboniera, che custodirò gelosamente. quando Franco mi ha chiamato spiegandomi il progetto e cosa avrebbe voluto io facessi ne sono stato talmente preso, che ho avuto paura di sbagliare, prima di accettare ufficialmente. lui conosce papà benissimo, in quanto lo volle nel 2017 per uno spettacolo teatrale in cui papà indossava la veste di narratore, “Il racconto dei racconti”di cui purtroppo non esiste nessuna registrazione. quindi per me è stata una soddisfazione doppia. ricordo l’impegno, e l’emozione di trovarmi in quel luogo magico, ma anche le risate e le battute improvvisate tra me, la produzione ed il mio compagno di set, come solo noi napoletani possiamo essere. come ho già detto e ripetuto, a prescindere da me, è un’opera che merita attenzione e rispetto in quanto, è la nostra vera natura”.

 

Le iniziative culturali, quasi sempre non hanno lo stesso riscontro di ciò che fa più tendenz a di solito, per restare in tema, la Napoli che vediamo in tv, attraverso serie tv, ma anche sui social, è gran parte fatta di negatività, ed esaltazione del male. qual’è il tuo pensiero a riguardo?

“Ho letto e leggo di tutto, c’è indignazione per l’immagine che viene fuori del nostro popolo. ma io mi soffermo sulle fiction. nelle fiction ti raccontano storie, e tu devi essere bravo ad immergerti e capirne il vero messaggio. sembrerò contraddittorio, ma anche un tradizionalista come me, è stato catturato dalla Napoli delle fiction come “Mare fuori”, che reputo una serie maledettamente bella e struggente, una storia nera dove scorgo una divisa di umanità:ragazzini dietro le sbarre pronti a prendersi la rivincita sui loro mostri. ma purtroppo non tutti, e me ne rendo conto, siamo vaccinati per poter apprezzare il vero obiettivo di queste storie e quindi, per colpa di chi ignora certe cose vivendo nel degrado, diventa oggetto di feroci critiche.”.

 

Hai parlato di “Mare fuori”di cui hai recentemente fatto anche una tua versione della sigla. è stata proprio questa serie associata agli ultimi fatti accaduti nella tua città. cosa rispondi a chi la definisce un cattivo esempio per i giovani?

“Guarda, io non credo che un giudice dei minori ad esempio, abbia tempo per impiegarlo per una storia come si dovrebbe fare, e quindi è chiaro che si sofferma su ciò che va sui social, il linguaggio forte che di bocca in bocca si trasmette a dei ragazzini. io penso che la colpa di ciò che di brutale accade non è mai di una fiction, ma dell’ignoranza nell’essere affascinati dal male. “Mare fuori”non mitizza il criminale, anzi, se vai oltre, se ascolti le “morali”del comandante ad esempio, che richiama con durezza i più teppisti, dice parole forti che dovrebbero risvegliare ogni coscenza giovanile. io nella napoli delle fiction trovo il buono, o meglio riesco a vedere il buono, ma chiederei che i ragazzi possano obbligatoriamente essere guidati nella visione.”.

Cosa dobbiamo aspettarci da Yuri Salvatore prossimamente?

“Sempre per la regia di Franco Cutolo, sarò in teatro per uno spettacolo realizzato da lui e la sua compagnia, dal titolo “Il mago di Azz”tratto dal libro di papà del 1996, dove rappresenterò lui e gli farò da tramite, portando la parte di brani più intimista. non è un omaggio il mio, in quanto porto il suo sangue e il suo cognome, ma faccio semplicemente la sua parte e credo che a lui faccia piacere. poi spero di ritornare alla fiction audiovisiva, ho diverse storie in mente da realizzare”.

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