La giornata degli investitori
Ma gli investitori avevano anche altri fronti di interesse. Ad esempio la questione energetica. La presidente della Commissione Ue ha invitato gli Stati membri a ridurre il consumo di gas del 15%, in vista di una “probabile” chiusura dei rubinetti della fornitura dalla Russia.
E poi c’è la questione politica italiana. Il destino del governo Draghi è incerto, e questo ha finito per penalizzare soprattutto il listino milanese, andato in netto calo.
Il bilancio della giornata
Alla fine della seduta, Piazza Affari è la peggiore d’Europa. Il listino milanese chiude in calo dell’1,6% a 21.348 punti. Forte aumento per il FTSE Italia All-Share, +2,41%. In discesa il FTSE Italia Mid Cap (-0,85%); come pure, poco sotto la parità il FTSE Italia Star (-0,64%).
Nel resto d’Europa lievi ribassi. Il DAX di Francoforte segna -0,2%, Londra chiude a -0,39% mentre Parigi scende di 0,27%. Su alcuni indici si possono negoziare anche le opzioni binarie no Esma.
Wall Street avanza con decisione. Lo segna +0,82%, il +0,27% mentre il +1,76%.
I singoli titoli
A Milano il controvalore dei titoli scambiati dagli investitori è stato pari a 1,78 miliardi di euro, in salita del 17,26% rispetto a ieri. I volumi scambiati sono passati da 0,5 miliardi a 0,58 miliardi di azioni.
Nel clima cupo di Milano, si distingue però St (+2,2%), grazie alla spinta del Nasdaq legata alle previsioni sopra le attese di Netflix.
Rialzi anche per DiaSorin (+1,55%) e Telecom Italia (+0,79%), che disegna un harami bullish.
Pagano la crisi politica e l’allargamento dello spread le le banche, specialmente Sanpaolo (-3,5%) e UniCredit (-2,8%).
Gli investitori però colpiscono con le vendite soprattutto Italgas, -4,18%, e Saipem, -3,89%.