D: In che modo valuti il concetto di arte per il sociale?
R: Quello che credo nel modo più sincero è che l’arte sia nata come concetto sociale, che sia un qualcosa in cui ci identifichiamo in modo collettivo. Oppure è l’estro creativo di un artista che vuole comunicare un proprio punto di vista e di conseguenza apprezzarlo e condividerlo. La connessione tra arte e sociale è tutto quello che riguarda la collettività e la sua storia. Possiamo distinguere le diverse correnti che intercorrono, ma il concetto primario racchiude tutte queste anime. L’arte è importante anche come espressione di denuncia, qualcosa che testimonia un evento su cui fare luce. Per quanto riguarda il mio percorso, trasmettere emozioni attraverso l’astrazione o illustrare quello che voglio rappresentare attraverso il figurativo, anche se con due concetti diversi, hanno la medesima importanza di condivisione.
D: Ritieni che la tua arte pittorica possa essere anche socialmente utile e funzionale?
R: Il percorso realizzato fino a questo momento mi ha sempre condotto alla ricerca di una connessione con lo spettatore, prima attraverso il colore e la materia per esprimere la ricerca dell’emozione, poi, attualmente, ho intrapreso un percorso che mi conduce ad esprimere concetti in modo figurativo, ricercando una tecnica artistica personale e che si congiunge al percorso fatto precedentemente. Questo anche per marcare un proseguo nell’utilizzo dell’astratto, che si connette con questa nuova realtà. Credo che se ci sono le idee e il giusto contributo d’applicazione della materia, è assolutamente possibile avere una propria funzionalità in un certo contesto. Per quanto mi concerne, quando ne ho il tempo, dipingere è già socialmente utile, perché utilizzo la creatività, che crea possibilità di scambio e di condivisione e di conseguenza rende l’arte utile a qualsiasi persona. Col senno di poi saranno gli altri a capire se quello che realizzo può essere utile nei propri contesti sociali.
D: La funzione sociale dell’arte va applicata in maniera trasversale e prescinde da interessi speculativi e utilitaristici fini a se stessi. Purtroppo questo criterio e parametro di principio non sempre viene applicato in concreto. Un tuo commento di riflessione a riguardo.
R: Sono assolutamente d’accordo su questo punto. Se lo scopo è quello di espropriare l’interesse per renderlo un fine personale, non è possibile andare da nessuna parte. Credo anche che conservare e garantire un sostegno per un futuro mantenimento dell’arte stessa sia una cosa fondamentale, creando anche un senso di responsabilità nobile nel riuscire a tramandare alle generazioni future le radici del passato e quindi anche del nostro presente. La testimonianza è il valore più assoluto della nostra presenza nel mondo. Credo che alla fine di tutto, anche la questione economica svolga una sua parte, se vogliamo progredire nel talento e avere maggior tempo per dedicarci all’arte; però deve essere una conseguenza e non il traguardo principale. L’unica cosa importante è la conclusione del proprio lavoro e poi andare avanti con il prossimo, portandosi dietro un bagaglio d’esperienza che si accumula ogni volta.
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