M&A, Maurizio Tamagnini (FSI): pubblico e privato devono porsi in un’ottica di complementarietà

Maurizio Tamagnini

L’AD e DG di FSI Maurizio Tamagnini è stato uno dei protagonisti del Merger & Acquisition Summit organizzato da “Il Sole 24 Ore”.

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Maurizio Tamagnini: M&A fondamentali per valorizzare le imprese

La crisi scaturita dall’emergenza sanitaria ha reso evidente la necessità di cercare nuove strade e modelli di crescita. Oggi più che mai le PMI italiane devono essere in grado di sfruttare tutte le risorse che pubblico e privato possono mettere in campo. Per questo oggi strategie di finanza straordinaria come le M&A assumono un valore sempre più importante nell’economia del Paese. Sul tema è intervenuto Maurizio Tamagnini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di FSI, primo fondo italiano nel settore del Private Equity. Il manager ha preso parte al Merger & Acquisition Summit, evento online promosso da “Il Sole 24 Ore”, portando il punto di vista di FSI, fondo privato a supporto della crescita delle eccellenze imprenditoriali italiane. Per favorire i processi di crescita delle imprese e creare valore per gli azionisti, secondo l’AD, è fondamentale che pubblico e privato si pongano in un’ottica di complementarietà: “La formula fondamentale del successo della partnership fra pubblico e privato è passarsi il testimone in ruoli di complementarietà – ha dichiarato Maurizio Tamagnini – lavorare e contribuire insieme a progetti specifici. Ovviamente – ha aggiunto – sempre nel rispetto delle regole di mercato”.

Maurizio Tamagnini: esempi di M&A di successo

Nel momento in cui investitori privati e istituzionali rispettano questi criteri, ha spiegato il manager, si assiste a iniziative di successo che portano alla creazione di occupazione, valore e crescita dimensionale. Nel suo intervento Maurizio Tamagnini ha portato diversi esempi di progetti dove il coraggio di investire, unito al giusto equilibrio tra pubblico e privato, si sono dimostrati la chiave del successo. “Guardiamo il caso della vecchia Metroweb, realtà concentrata solo nella fibra ottica a Milano. Quando nel 2012 ero nel Fondo Strategico Italiano – ha ricordato l’AD – investimmo 200 milioni di euro. Ne valeva meno di 500: ora questa azienda si chiama Open Fiber e vale dieci volte tanto. Ha cambiato pelle con nuovi investitori ed è passata da 50 a più di mille dipendenti”. Stessa evoluzione anche per società come SIA o ancora Cedacri, eccellenza del FinTech italiano sulla quale il Fondo guidato da Maurizio Tamagnini ha deciso di puntare nel 2017.

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