La mossa neozelandese sugli oneri finanziari
L’istituto centrale della Nuova Zelanda ha effettuato rialzi dei tassi di interesse per un totale di 525 punti base a partire da ottobre 2021, per contrastare la corsa dell’inflazione. Il comitato di politica monetaria continua a ritenere che il livello degli oneri finanziari dovrà rimanere elevato ancora per un po’ di tempo, per far convergere l’inflazione verso la fascia obiettivo compresa tra 1% e 3%. Si ritiene che ci entrerà entro la seconda metà del prossimo anno.
Secondo l’istituto centrale, la crescita economica dovrebbe rimanere debole nei prossimi mesi, mentre il mercato del lavoro rimane oltre il suo livello di sostenibilità anche se i dati più recenti evidenziano un rallentamento.
La reazione del mercato
Gli esperti di mercato non si aspettavano una mossa differente sugli oneri finanziari da parte della Reserve Bank of New Zealand. Per questo motivo inizialmente il rapporto di cambio tra il dollaro neozelandese e quello americano non ha subito grandi variazioni, rimanendo in prossimità dei massimi di tre settimane (utilizzando i Plus500 costi).
La spinta al dollaro neozelandese è arrivata nelle ore successive, dopo che sono stati resi noti gli ultimi dati riguardo all’inflazione negli Stati Uniti.
La FED e il dollaro USD
La frenata maggiore del previsto ha infatti ridotto le scommesse che la Federal reserve effettuerà ulteriori strette dopo il mese di luglio. Questo ha finito per pesare sull’andamento del dollaro americano. L’indice della dollaro è precipitato avvicinandosi alla soglia psicologica di 100, come non accadeva da diverso tempo (suggeriamo di analizzare questo asset con il metodo Fibonacci Forex).
Intanto il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni della Nuova Zelanda è sceso al 4,683%, in calo per la seconda sessione consecutiva dopo aver toccato il livello più alto in quasi un decennio di circa il 4,920% all’inizio della settimana.