Prezzi del petrolio in salita mentre i mercati aspettano la Fed

petrolio

La frenata del dollaro americano ha fornito un importante assist per la crescita dei prezzi del petrolio, che stanno risalendo. E ora i mercati aspettano di conoscere l’esito dei meeting di politica monetaria per le prossime mosse.

Cosa succede ai prezzi del petrolio

mercato del petrolioLe quotazioni del barile di greggio stanno crescendo a causa anzitutto dell’indebolimento del dollaro, la valuta attraverso la quale vengono negoziati le commodities. Un biglietto verde più debole rende la merce più economica per gli acquirenti che detengono altre valute.

Il dollaro sconta la prospettiva che la Federal Reserve ammorbidisca un poco il suo approccio di politica monetaria. Il Dollar Index, che misura l’andamento del biglietto verde rispetto ad altre valute principali, sta perdendo quota. E’ sceso a 102 come si vede sui broker opzioni binarie no Esma (extra UE).

Nel frattempo sul mercato si attenuano i timori che l’economia a stelle e strisce possa vivere una fase di recessione, a causa degli ulteriori aumenti dei tassi di interesse (sia pure più blandi). Ciò vuol dire un fattore rialzista per i prezzi del petrolio, in quanto la domanda di carburante rimarrà tonica.

Le quotazioni

Sul mercato i prezzi del petrolio Brent sono saliti verso gli 86 dollari al barile. Il West Texas Intermediate (WTI) continua invece ad orbitare attorno alla soglia psicologica degli 80 dollari al barile. In entrambi i casi l’ADX indicatore trading segnala un aumento della forma dei compratori.

A contenere il rialzo dei prezzi del petrolio sono i dati sulle scorte statunitensi, che sono aumentate di circa 6,3 milioni di barili nella settimana terminata il 27 gennaio.

La riunione dell’Opec+

Nel frattempo all’orizzonte c’è anche il meeting dei produttori di petrolio, da sempre un appuntamento importantissimo per orientare la direzione dei prezzi.
Mercoledì prossimo l’OPEC+, ossia l’organizzazione dei paesi esportatori assieme agli alleati come la Russia, dovrebbe approvare gli attuali obiettivi di produzione che sono stati concordati a novembre.

La produzione di greggio nel corso di gennaio è diminuita, dal momento che le esportazioni irachene sono calate e l’attività in Nigeria non si è ancora ripresa. I dieci membri che compongono l’opec stanno pompando circa 920.000 barili al giorno, ossia una quota inferiore ai volumi previsti dal cartello.

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