Le novità sulla produzione di acciaio
Il colosso nato dalla fusione tra Arcelor e Mittal Steel Company, sospenderà la produzione di acciaio in due siti in Germania (Amburgo e Brema) e uno in Spagna (nelle Asturie). Tagli che rappresentano circa l’8-9% della produzione europea di Arcelor, ossia il 2-3% della produzione di acciaio piatto dell’Ue e l’1% della produzione di acciaio lungo.
Settimana scorsa i prezzi del laminato a caldo (Hrc) sono rimbalzati di circa 50 euro/t dopo l’aumento generalizzato dei prezzi di ArcelorMittal, come si può vedere sui dati di Pocket Option (nuovo link).
La ragione della mossa strategica viene spiegata dallo stesso ceo di ArcelorMittal: “Dal momento che è improbabile una forte ripresa della domanda nel breve termine, bisogna controllare i fattori controllabili… riducendo l’offerta“.
NB. E’ possibile negoziare l’acciaio anche i modi alternativi, lo sa chi conosce le opzioni vanilla cosa sono.
Costi e ricavi
Se i costi delle materie prime si sono abbassati di recente e non sono più un elemento critico come nei mesi passati, l’impennata dei prezzi del gas e dell’elettricità hanno gonfiato i costi di produzione dell’acciaio. Il settore siderurgico, che negli ultimi mesi aveva potuto scaricare l’aumento dei prezzi dell’energia sul prodotto finito, ora si trova in difficoltà perché i prezzi di coils e lamiere stanno scendendo.
Una recente stima evidenzia che i hanno costi totali per la produzione di acciaio sono intorno a 850 euro a tonnellata, contro l’attuale prezzo dell’acciaio a 900 euro.
Questo mette a dura prova la competitività delle aziende. Al tempo stesso la domanda è debole e c’è un elevato livello delle scorte.
Sarà interessante capire se gli operatori più piccoli si allineeranno alla mossa di Arcelor Mittal, oppure se cercheranno (assumendosi grossi rischi) di approfittare della situazione per rosicchiargli quote di mercato.