Sono molti gli analisti che concordano sul fatto che con il picco dell’inflazione negli Stati Uniti che ha ormai raggiunto il massimo la Fed adotterà una politica di contenimento sui tassi di interesse.
Una scelta che peserà sul dollaro ma che può essere un vero trampolino di lancio il prezzo oro spinto anche da un aumento delle vendite di lingotti sia da parte delle banche centrali che di privati.
Il prezioso metallo giallo è ormai divenuto nell’immaginario collettivo di molti risparmiatori ed investitori un asset importante e sicuro su cui investire.
Una tendenza confermata anche in italia come si può constatare dall’aumento di richieste di lingotti ricevute dagli operatori del settore autorizzati da Banca italia come questo compro oro Firenze.
Nonostante sembrano essere definitivamente alle spalle le politiche della Fed di rialzare i tassi di interesse per frenare la forte inflazione che si si stava concretizzando negli Stati Uniti l’oro rimane centrale per dare stabilità ad un portafoglio di investimento ben bilanciato.
Con questi presupposti e una situazione economica globale ancora incerta il 2023 potrebbe essere un anno di rialzo per il prezioso metallo giallo che nel 2022 ha chiuso in leggere calo dopo anni di aumenti.
A fare da apripista all’aumento del prezzo oro potrebbero essere le banche centrali stesse, se non quelle occidentali sicuramente quelle dei paesi Brics che sempre di più stanno cercando di svincolarsi dall’influenza del dollaro.
Una scelta che i Brics ed altri paesi che ruotano intorno a questi hanno ormai intrapreso da anni e continuano a consolidare anche aumentando le proprie riserve auree in sostituzione di quelle in dollari.
Alcuni analisti vedono previsioni molto elevate del prezzo oro che comunque rispetto al periodo precedente alle turbolenze di questi ultimi anni viaggia già su valori elevati.