La manovra sul tasso di interesse
La RBA aveva tenuto fermo il tasso di interesse per quattro riunioni consecutive (in precedenza aveva fatto 13 aumenti di fila, da maggio 2022), durante le quali aveva assunto un approccio wait and see, ossia aveva aspettato i dati prima di prendere delle decisioni.
La mossa è stata giustificata con la nuova recrudescenza dell’inflazione, che si sta rivelando più persistente del previsto. Nel terzo trimestre infatti il tasso di inflazione dell’Australia è stato pari al 5,4%, inferiore al 6% osservato nel secondo trimestre ma superiore al 5,3% previsto dagli analisti.
Outlook sull’inflazione
La RBA prevede che l’inflazione si terrà attorno al 3-1/2% entro la fine del 2024 e al massimo dell’intervallo target compreso tra il 2 e il 3% entro la fine del 2025.
Ha inoltre precisato che non esisterà a intervenire di nuovo alzando il tasso di interesse, qualora i dati e l’evoluzione dei rischi lo richiederanno. Il consiglio monitorerà anche l’andamento dell’economia globale, le tendenze della domanda interna e le prospettive per l’inflazione e il mercato del lavoro.
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Il mercato penalizza il dollaro AUD
La reazione del mercato al nuovo rialzo del tasso di interesse ha finito per penalizzare il dollaro australiano. L’aussie infatti ha perso nettamente quota rispetto al dollaro americano, con il cambio AUDUSD che è sceso a 0,642, e molti hanno approfittato di puntare sul ribasso nelle loro trading intraday strategie.
Appena pochi giorni fa, il rapporto di cambio tra le due valute aveva raggiunto il massimo di quasi tre mesi, soprattutto per via della fiacchezza del biglietto verde americano.
Nel frattempo, il rendimento dei titoli di stato decennali è sceso a circa il 4,7%, avvicinandosi ai livelli più bassi in tre settimane.