Valute, che sorpresa il Bath thailandese: è tra i più stabili contro il dollaro

Il mondo della finanza regala a volte delle grandi sorprese. Ci sono azioni, obbligazioni o valute che vengono ignorate dai più, ma che al momento di tirare le somme si dimostrano insospettabili vincitori della corsa alla migliore performance.

Le sorprese tra titoli e valute

valute thailandiaNegli settore azionario USA ad esempio, i titoli migliori del primo semestre dell’anno si chiamano Mirati Therapeutics (+110%), Guardant Health (+108%), Iovance Biotherapeutics (+104%) e Sinclair Broadcast Group (+104%). Nomi sconosciuti ai più, così come lo era LendingTree, che si mise alle spalle colosso come Amazon e Netflix guadagnando il 1562%. Ma le sorprese si trovano anche in ambito valutario, come stiamo per vedere.

La maggior parte delle valute mondiali ha avuto un deprezzamento rispetto al dollaro americano, che è quella di riferimento mondiale e degli scambi internazionali. L’elenco di chi ha perso quota contro il biglietto verde comprende sterlina, euro, yuan per citare solo le valute mondiali principali. Eppure c’è una Cenerentola in Asia che è riuscita a conservare una invidiabile stabilità negli ultimi turbolenti anni. Il bath thailandese.

Lo scenario della valuta thailandese

Per fare un paragone, mentre lo yen (che è universalmente vista come valuta rifugio, quindi stabile), ha oscillato negli ultimi 4 anni rispetto al dollaro tra 100 e 125 punti. Basta aprire una qualsiasi migliore piattaforma opzioni binarie per vedere che il Bath appena da 32 a 36 (circa del 10%). Eppure non molto tempo fa, la valuta della Thailandia non era affatto solida. Anzi, durante la crisi del 1997 fu una delle peggiori, e ha accusato il colpo anche subito dopo la crisi del 2008.

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Cosa è cambiato allora? Anzitutto il forte settore turistico. Bangkok nel 2016 è stata la città più visitata al mondo, battendo Parigi e Londra (Più di 32 milioni di turisti hanno visitato la Thailandia nel 2016). Tutto questo si è tradotto in un fortissimo afflusso di denaro straniero, che ha sostenuto la quotazione del bath. Inoltre il paese ha esportazioni limitate e quindi dipende poco dalle commesse straniere, inoltre non dipende dal petrolio o da altre materie prime. Insomma, è al riparo da alcuni shock cui invece sono esposti gli altri.

Tuttavia, considerarlo come un paese solidissimo e totalmente autosufficiente sarebbe altrettanto sbagliato. Ad esempio il fatto che esporti poco rispetto agli altri paesi asiatici, non è un fattore positivo per il PIL nazionale.

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