La nuova disciplina delle valute digitali
Lo scopo dell’Unione Europea è quello di giungere ad un quadro regolamentare che sia il più possibile omogeneo all’interno degli Stati membri, e che offra la maggiore tutela possibile agli investitori.
Trattandosi di una prima volta assoluta, sicuramente ci sarà ancora molta strada da fare e bisognerà valutare nel tempo se questa normativa sarà in grado di raggiungere il proprio scopo riguardo alle negoziazioni di valute digitali.
Consiglio: se vi interessa negoziare le valute digitali, chiedetevi prima come faccio a sapere se un broker è affidabile.
Critiche e dubbi
Anche se tutti quanti applaudono alla prima regolamentazione di questo settore, ci sono tuttavia diverse critiche che vengono mosse all’Unione Europea. In primo luogo, il fatto che sostanzialmente in larga parte estende normative che riguardano asset tradizionali alle valute digitali, che invece non lo sono e hanno le loro peculiari peculiarità.
Inoltre, il Mica un ambito di applicazione di per sé già ristretto, visto che lascia fuori sia gli NFT (non fungible token) che la DeFi (finanza decentralizzata). Rimarrebbe fuori anche il Bitcoin, la più importante delle valute digitali, visto che non rientra nella tipologia degli utility token.
Il Mica e Bitcoin
Tuttavia il Mica, sia pure in forma indiretta, comunque coinvolge Bitcoin, dal momento che disciplina la prestazione dei servizi degli exchanger o di altre piattaforme legate ai crypto asset.
Al via libera alla disciplina Europea potrebbe in qualche modo essere legata l’interruzione del rally che ha interessato le criptovalute fino a pochi giorni fa. Bitcoin era arrivato a superare la soglia dei 30 mila dollari, ma nell’ultima settimana ha perso il 10% circa, scivolando a quota 27mila come si vede sulla piattaforma Pocket Option Italia.
L’intero panorama delle valute digitali segna comunque un profondo calo negli ultimi giorni.