I motivi che hanno spinto le vendite
Negli Stati Uniti la corsa dei prezzi continua a rallentare, e questo aveva inizialmente spinto i listini azionari europei al rialzo. Ma dall’indice core, ossia depurato delle componenti più volatili, non sono arrivate notizie altrettanto confortanti o quantomeno utili a fugare ogni dubbio riguardo la fine delle strette da parte della Federal Reserve. I mercati sono così tornati nell’incertezza e nella prudenza, anche perché sullo sfondo resta la crisi del debito a stelle e strisce.
I numeri delle borse europee
Alla fine della giornata, su tutti i listini hanno prevalso le vendite. L’indice FTSE MIB di Milano chiuso la giornata con un calo dello 0,43% a 27.264 punti; sulla stessa linea si posiziona sotto la parità il FTSE Italia All-Share, che retrocede a 29.392 punti.
Giornata negativa anche per gli altri listini europei. Vendite a Francoforte, dove l’indice DAX chiude in discesa dello 0,37%; Parigi perde lo 0,49% mentre Londra perde sul Ftse 100 lo 0,29%. Madrid -0,18%. Questi indici possono essere negoziati anche su Pocket Option Italia.
I singoli titoli
Sul listino milanese si è messa in evidenza TIM (+3,93%) nel giorno dei risultati del primo trimestre. Giornata positiva anche per Erg +3,76%, Diasorin +3,28%, Leonardo +1,96%. Le vendite colpiscono invece soprattutto i titoli del settore finanziario: Banco Bpm -3,73%, Mps -2,17%, Mediolanum (-2,1%), Intesa -1,67%, Finecobank -1,58%, Unicredit -1,36%.
Gli altri mercati
Sul mercato valutario, sostanzialmente stabile l’Euro / Dollaro USA, che continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 1,097 con l’indicatore awesome oscillator che non segnale ne’ ipercomprato ne’ ipervenduto. Prevale la cautela sull’oro, che continua la seduta con un leggero calo dello 0,48%. Giornata negativa per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che continua gli scambi a 72,79 dollari per barile, in calo dell’1,24%.