Vito Gamberale: “Tlc settore strategico per il Paese, Governo intervenga”

Per Vito Gamberale il settore delle Tlc sconta l’aumento del dumping e la mancanza di visione politica. I dettagli in un’intervista rilasciata a “Key4biz”.

 Vito Gamberale

Vito Gamberale: Tlc, i nodi della crisi italiana

Il settore delle telecomunicazioni in Italia è in crisi ormai da tempo. Tim, così come gli altri operatori, soffre la concorrenza eccessiva e spesso sleale, favorita dall’ingresso nel mercato di troppi player. A questa si aggiunge una visione politica e industriale del tutto assente. Sul tema è intervenuto di recente Vito Gamberale, Presidente e Fondatore di ITEЯ Capital Partners con una lunga esperienza ai vertici di Sip prima e di Tim poi. In una lunga intervista rilasciata al quotidiano online “Key4biz”, il manager ha analizzato le cause della crisi delle Tlc, che non riguarda solo Telecom Italia, il caso più eclatante: “Tutto il settore è fortemente in crisi. In Italia è guidato dal dumping concorrenziale. Un eccesso di offerta – spiega – rispetto alla naturale dimensione del mercato e alla naturale struttura dell’offerta”. L’unica alternativa valida, secondo Vito Gamberale, è il riassetto del settore: “La crisi va affrontata in ottica di sistema. Il Governo dovrebbe coinvolgere le authority italiane per poi invogliare e facilitare le aggregazioni. Non può girarsi dall’altra parte e lasciar fare al mercato – rincara il manager – stiamo parlando di un settore strategico per il Paese, le reti di telecomunicazioni. Il Governo non può fare come Don Abbondio sulle Tlc”.

Vito Gamberale: il caso Tim e le possibili vie d’uscita

Tra i principali nodi anche la crisi di Tim, che Vito Gamberale imputa alla scarsa lungimiranza della governance, come ad esempio nel caso della mancata acquisizione di Metroweb (finita ad Open Fiber), e alla separazione della rete imposta dalle Authority, con l’Antitrust europeo, reo di essere intervenuto “trattando in maniera discriminata l’Italia rispetto a Paesi come Francia, Germania e Spagna”. Per rilanciarla, l’unica è puntare sulla rete unica: “Prendere quello che c’è di buono e di vero in Open Fiber e unirlo a Fibercop – spiega Vito Gamberale, che aggiunge – La ricomposizione della rete in Italia è un falso problema: è una cosa sana che sta dentro a Fibercop, che deve recuperare il sano che c’è in Open Fiber e lasciare da parte tutto l’eventuale perimetro ‘farlocco’”. C’è poi da intervenire sul riassetto globale dell’azionariato, liquidando i fondi privati e coinvolgendo capitali istituzionali. Infine la questione debito, da ridurre di almeno 10-12 miliardi con un aumento di capitale o una messa a disposizione di capitali non onerosi. L’ex Tim conclude con un appello rivolto al Governo, finora assente nonostante la strategicità delle Tlc sul fronte della sicurezza, chiedendo un progetto di riassetto e riequilibrio del settore da affidare a “un ristretto numero di esperti indipendenti e disinteressati”.

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