Wall Street penalizza Twitter dopo il valzer su Elon Musk nel CdA

Negli ultimi giorni a Wall Street si è parlato ancora una volta molto di Elon Musk. Il patron di Tesla è stato infatti “membro lampo” del consiglio di amministrazione di Twitter. Nel giro di pochi giorni infatti prima è stato annunciato il suo ingresso nel CDA, poi c’è stato un clamoroso dietrofront.

Gli annunci di Twitter disorientano Wall Street

Dobbiamo riavvolgere il nastro e tornare indietro al 5 aprile scorso. In maniera incauta il Ceo Paraga Agrawal annunciava con grande entusiasmo che avrebbe nominato Elon Musk nel board di Twitter. Diceva inoltre di esserne felice perché era chiaro che avrebbe “portato valore alla società, quello di cui abbiamo bisogno per essere più forti nel lungo periodo“. Aveva inoltre concluso il suo comunicato con un “benvenuto Elon!“.

Chiaramente questo aveva scatenato l’entusiasmo a Wall Street dove il titolo Twitter aveva guadagnato il 27%. Si era trattato del più grande balzo in una singola seduta dal giorno della sua quotazione. Chi sa che cos’è la volatilità (significato) l’aveva vista schizzare alle stelle.
Inevitabile, visto che lo stesso uomo più ricco del mondo aveva risposto e confermato quella notizia dicendo: “Sono pronto a collaborare per portare significativi miglioramenti“.

Il dietrofront e la doccia fredda

Nel giro di pochi giorni è arrivata la doccia fredda per gli investitori di Wall Street. La marcia indietro del Ceo Paraga Agrawal è arrivata l’11 aprile. “Elon Musk ha deciso di non unirsi al consiglio di amministrazione“. Un messaggio che inequivocabilmente attribuisce al patron di Tesla l’unilateralità di questa decisione.
Il “no” di Musk sarebbe arrivato la mattina del 9 aprile, ossia il giorno in cui sarebbe dovuto diventare operativo nel nuovo incarico. Ovviamente, sulle piattaforme online gratis sono arrivati massicci ordini di vendere.

Il motivo

Una spiegazione non è stata fornita al pubblico né a Wall Street, dove però si ragiona soprattutto sui numeri e sui vantaggio dell’operazione. Il patron di Tesla possiede il 9,2% delle azioni della società, e come parte dell’accordo gli sarebbe stato proibito di arrivare a superare il 14,9%.

Questo avrebbe innescato la retromarcia di Musk, che non ha più visto nell’operazione un grosso guadagno. Ha preferito tenere mani libere piuttosto che entrare nel CdA. Anche perché in ogni caso continua ad avere un forte potere di influenza sul titolo, visto che ogni sua mossa può incidere sul prezzo delle azioni di Twitter. Cosa che lo spesso lo ha portato a contrasti con la Sec, che lo ha anche sanzionato.

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