Yuri, prima di parlare come nelle precedenti interviste della tua musica, questa volta iniziamo dalla tua città. quali sono, le facce di Napoli che ti portano ad essere orgoglioso di esserci nato?
-Io ho imparato ad essere napoletano, e sentirmi napoletano grazie al nostro patrimonio artistico e culturale. quello che i giovani, miei coetanei, dovrebbero conoscere tutti. sono cresciuto con le commedie di Eduardo, unica tisana rilassante essenziale che mi portava a dormire da bambino, cullandomi nell’arte di questo grande maestro e della sua compagnia, con i film di Totò, son cresciuto con i suoni antichi, con il teatro vecchia scuola. poi è ovvio, che mio padre ha contribuito trasmettendomi questa napoletanità. ho elencato tutto ciò che mi ha sempre portato a dire:Si, ‘so nato ‘a Napule, e ‘so cuntento e sta ccà.
Facciamo un gioco. Federico Salvatore, non è tuo padre, ma uno dei tanti artisti napoletani che segui. se fosse stato davvero così il fatto, sarebbe cambiato qualcosa, oppure avresti comunque scelto lui come tuo portavoce artistico napoletano?
-Guarda, non sarebbe cambiato nulla se non il fatto di avere un rapporto meno confidenziale ovviamente. io diversamente da altri figli di…. non ho mai sfruttato la popolarità di mio padre per emergere. non voglio farlo, avrei potuto, ma non sono approfittatore. se parliamo di Federico Salvatore, beh, si, sono anche suo fan. e da fan, preferisco il suo repertorio più maturo, pur stimando ogni faccia musicale. ma i suoi ultimi lavori esaltano di più i testi ed il loro significato, ovviamente da musicista, guardo anche i suoni e gli arrangiamenti. Federico, non solo come padre, ma in questo caso parlando da fan, mi avrebbe comunque permesso di viaggiare per la mia città, senza il fastidio di prendere mezzi di trasporto. solo con musica e parole.
I nuovi talenti. come vedi il loro futuro? c’è qualche artista giovanile napoletano che ti rappresenta?
-Guarda, non voglio essere polemico. ma sia io che mio padre, siamo legati alla musica che ci porta alla tradizione originale napoletana. e questo non vuol dire essere “retrò”, ma essere napoletani. della nuova musica napoletana ci sono sicuramente cose che personalmente apprezzo. non certo i neomelodici, che non mi rappresentano minimamente, ma potrei citare il rap, la trap napoletana, che almeno sono generi che hanno un loro modo di esprimersi, una dignità, una cultura. ma anche nella stessa campania, ne abbiamo di gioielli musicali. in questi giorni ho amato molto La Zero, a Sanremo giovani che ha portato un brano emozionante. Manuela è una cantattrice fantastica, con una bellissima anima e molto preparata a cui auguro il meglio con la speranza di incrociarci. delle nuove voci apprezzo quella dolce e melodica di Andrea Sannino, che ha anche cantato un brano scritto da mio padre insieme a Sal Da vinci, altro grande napoletano. quindi il futuro può esserci, basta restare sempre nei limiti consentiti dell’arte e della musica.
Qual’è il tuo sogno napoletano?
-Una Napoli dove ci sia più arte in evidenza, e meno problemi. siamo così orgogliosi che ci incazziamo quando qualcuno non appartenente alla nostra terra ci mette davanti ad una realtà che fa male, vogliamo dire solo noi i nostri difetti. ma noi abbiamo, abbiamo tutto, abbiamo troppo. bisognerebbe dar più spazio al bene. so di essere troppo antirealista, su questo io e mio padre siamo quasi opposti, ma sempre uguali nel portare in alto la vera essenza di noi napoletani.
Parliamo della tua musica. cosa ci aspetta per il 2019?
-Come ho detto sui miei social recentemente, “Sentirsi in famiglia è andato benissimo. ora sono concentrato in progetti diversi, sto lavorando con la mia amica attrice Eleonora Lentini per un duo in cui insieme a lei mi diletto a recitare testi di canzoni, poesie e monologhi. ci siamo chiamati “artisti di cuore”e stiamo cercando una nostra strada in cui credo molto. poi lascio spazio al Salvatore più grande appunto, tornerà mio padre con il nuovo album “Malalengua”titolo omonimo anche del tour che partirà proprio a gennaio. ma non smetto, questo è poco e sicuro.