Nel settore delle lavanderie automatiche, gli impianti a vapore hanno preso d’assalto il mercato, e stanno riportando vita a un campo che sembrava avere già vissuto il proprio momento di boom negli anni passati. Il maggiore ostacolo esistente per i profitti di questo investimento, infatti, si era rivelato trovarsi nei costi energetici eccessivi – specie con l’aumento delle tariffe relative ai consumi di energia elettrica – che apparivano connaturati in maniera inevitabile all’attività stessa della lavanderia a gettone: i margini si sono ridotti nel tempo, e non sembrava ci fosse modo di risollevarli a livelli interessanti.
L’introduzione degli impianti a vapore sviluppati fino a efficienza ottimale da Dry-Tech, nome di riferimento nel settore delle lavanderie automatiche da anni, ha cambiato tutto questo. L’idea è, di per sé, molto semplice: nei vecchi impianti, per riscaldare gli essiccatoi e l’acqua per i lavaggi si usavano delle resistenze elettriche, che avevano dei consumi molto elevati e una bassa efficienza.
In un impianto a vapore, invece, una caldaia centralizzata ad alta efficienza genera vapore che viene poi fatto circolare in tutto il sistema, e porta a temperatura – con un consumo energetico nettamente inferiore – sia le asciugatrici che l’acqua nelle macchine per lavaggio.
Il risultato è, ovviamente, un calo nettissimo della bolletta elettrica: e l’intera differenza risparmiata si trasforma immediatamente in un margine superiore di profitto per il titolare dell’attività. E nonostante questo le prestazioni di lavaggio e asciugatura non soffrono, scongiurando il rischio di perdere clientela e quindi ridurre i guadagni per quest’altro motivo.
È possibile ottenere consulenza direttamente da Dry-Tech, come esperti di questa tecnologia, o documentarsi personalmente visitando il loro sito web.