Daniel Mannini ci racconta la componente onirica del sogno dentro la sua arte pittorica

La componente onirica del sogno da sempre influenza il mondo artistico in maniera più o meno dichiarata e conclamata e trova grande sinergia con l’ispirazione e la vocazione creativa, integrandone e rafforzandone la portata e amplificando la percezione emotiva e sensoriale. La componente onirica è strettamente connessa anche alla sfera dell’immaginario e della fantasia e alla dimensione dell’inventiva, che appartengono a quella profusione alchemica di stimoli fondamentali per dare il giusto slancio di traino al talento e per supportare la ricerca e la sperimentazione. Ho ritenuto pertanto di rivolgere all’artista pittore Daniel Mannini alcune domande di approfondimento in merito al suo approccio con la visionarietà onirica e la proiezione del sogno, per consentirgli di esprimere il proprio pensiero a riguardo e per alimentare la sua personale e soggettiva capacità di riflessione su questo aspetto di basilare rilevanza nell’intero assetto della grande storia dell’arte.

D: Come interpreti in generale il concetto di componente onirica del sogno esteso a tutta l’arte nella sua eterogenea formula stilistica di espressione?
R: La mia interpretazione è quella che qualsiasi forma d’arte e il suo risultato finale sia la massima espressione visiva della traduzione dell’inconscio su un modello figurato o astratto, coinvolgendo qualsiasi persona che osserva con gli occhi e con la propria anima. Certamente ci sono correnti in cui viene riportata la realtà, ma questa idea parte sempre da quello che un artista vuole trasmettere con il proprio punto di osservazione. Il sogno, oltre ad essere onirico e raffigurato all’interno di un contesto artistico, può rappresentare l’ambizione di una persona nel raggiungere un proprio obbiettivo personale, come la conclusione di un lavoro o quello di poter fare la soltanto la cosa che piace di più, essere immerso quotidianamente nell’arte. Credo che ci siano diversi modi per poter intendere il sogno come soltanto una cosa onirica, e questo permette di avere diverse sfaccettature da cui ogni persona può trarre una propria conclusione.

D: Come inserisci la componente onirica del sogno all’interno della tua produzione pittorica e in che modo funge da ulteriore motore trainante della tua ispirazione e vocazione creativa?
R: All’interno della mia produzione pittorica riguarda soprattutto il mettere in atto la propria idea nata e pensata ad occhi aperti. È raro che l’ispirazione nasca da un sogno ricorrente o da un suo particolare, perché i miei input sono il contesto che mi circonda e le curiosità personali. La mia indole onirica, se cosi vogliamo definirla, nasce da tutto questo, sia per la corrente astratta che per quella figurativa. L’unica cosa che accomuna queste due opposte tipologie pittoriche è che la realizzazione di entrambe fanno parte di un contesto unico per ogni singolo dipinto, dove l’astrazione è la rappresentazione di uno spazio senza tempo, e all’interno di esso viene riportato quello che vedo con la mia sensibilità artistica.

D: Il supremo e sommo maestro della psicanalisi Sigmund Freud ha basato una buona parte delle sue lungimiranti teorie sulla concezione onirica del sogno. Un tuo commento su queste due citazioni memorabili: “Il sogno rappresenta la realizzazione di un desiderio inconscio e compiuto il lavoro di interpretazione, ci accorgiamo che il sogno è la soddisfazione di un desiderio”. “L’interpretazione del sogno è la via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio nella vita psichica”.
R: Condivido fortemente queste citazioni perché oltre a soddisfare il proprio desiderio, l’interpretazione del proprio inconscio non può fare altro che arricchire la propria persona e curare la propria personalità. Per quello che può essere la mia opinione, l’arte è come un ingresso alle porte della città e durante l’esplorazione scopri anche delle piccole vie a cui non avevi mai dato attenzione, riuscendo a trovare un qualcosa di prezioso, che prima non pensavi esistesse. Da quando ho cominciato a dipingere, le paure e le preoccupazioni nel non raggiungere il risultato voluto, oltre che in ambito artistico ma anche quello di vita, hanno arricchito me stesso e aumentato la fiducia dei miei mezzi, trasformando questa insicurezza in determinazione. Anche se magari non lo comprendo fino in fondo, questo desiderio di dipingere può considerarsi nato da una necessità di esprimermi non con le parole ma con i fatti, oltre anche alla voglia di mettermi in gioco per capire se davvero questa sensibilità artistica mi appartiene e fino a dove può arrivare il mio limite, anche se sono dell’idea che non bisogna porselo.

Daniel Mannini ha un proprio sito web personale www.danielmanniniart.it che delinea e definisce al meglio la sua vivace e vitale indole sognatrice e la frizzante personalità di artista sognatore.

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