Daniel Mannini rende omaggio al mitico viaggiatore e scopritore Marco Polo

Il 2024 conserva e custodisce un circuito di anniversari importantissimi, che meritano di essere ricordati e celebrati con onori solenni. Tra questi spicca quello dedicato al mitico viaggiatore e scopritore Marco Polo, che ha attraversato la memoria del tempo diventando una figura mitica, un personaggio che ha fatto la storia attraverso i suoi viaggi di scoperta strabilianti e che ha contribuito in maniera straordinaria ad ampliare le conoscenze in campo geografico, ma non solo, diffondendo notizie e informazioni di matrice culturale e storica annesse e connesse agli usi e costumi delle società nuove con cui è venuto in contatto e con cui ha instaurato e intavolato rapporti di relazione duraturi e prolungati, fornendo materiale di approfondimento di ineccepibile qualità, che è stato ampiamente utilizzato e sfruttato e lo è tuttora. Italiano di nascita, ma cosmopolita di genetica e DNA, Marco Polo nel 2024 viene celebrato ad honorem nei 700 anni dalla morte (1324-2024) e resta una delle figure chiave nella visione di viaggiatore e scopritore di geniale acume e brillante arguzia, nonché di carismatica indole, che ne ha ispirato anche una corposa e variegata filmografia, oltre a scritti di ricerca dedicati ad entrare nel merito del suo ingente, consistente e cospicuo “lascito ereditario” di sapere e conoscenza, di cui tutti noi possiamo godere come dono eterno preziosissimo. Pertanto, ho pensato di coinvolgere Daniel Mannini nell’approfondimento di questo altisonante anniversario, per individuare il suo punto di vista a riguardo, avendo a sua volta una mente versatile e proiettata su livelli di ragionamento profondamente consapevole. Il sito web personale di Daniel Mannini è www.danielmanniniart.it .

D: Se dovessi dare una tua definizione personale su ciò che Marco Polo ha rappresentato e rappresenta a livello simbolico ed emblematico..
R: Marco Polo è stato un grandissimo personaggio nella storia generale, ispirante per la sua tenacia nella scoperta e nel viaggiare con ogni mezzo per raggiungere le destinazioni prefissate. Ciò che rappresenta la sua trama di vita, dal mio punto di vista, è il non rassegnarsi, perché tutto ciò che facciamo può portare a raggiungere la propria completezza emotiva e il fatto di condividere il viaggio pittorico come lui faceva con i suoi scritti, lasciare delle testimonianze da raccontare e tramandare di generazione in generazione. Oltre che avere una sicurezza solida è fondamentale arricchirsi di esperienze da riportare, perché le vite vissute portano con sé un piccolo insegnamento.

D: Marco Polo è stato anche un talentuoso scrittore, trasformando la sua mirabile avventura di viaggio in un libro diventato best seller: Il milione. Un tuo commento su questo capolavoro senza tempo.
R: Questo capolavoro è incredibile per come racchiude il racconto riguardo una cultura, di cui fino a quel momento era impossibile avere conoscenza. È un libro di una testimonianza unica che racchiude anni di esperienze vissute al di fuori del contesto europeo, oltre al fatto che fa coincidere diverse discipline di studio che hanno ispirato e dato un contributo agli sviluppi delle scoperte future, tra cui quelle di Cristoforo Colombo. Prendendo spunto da questi racconti possiamo collegare la risposta precedente, aggiungendo che le esperienze che viviamo nella nostra vita possono essere stimolo per un’altra persona. In generale, la condivisione rimane l’essenza dell’umanità: possiamo apprendere o insegnare e dare il nostro piccolo contributo nella società collettiva.

D: Nel XIII secolo Marco Polo ha raggiunto la Cina lungo la via della seta: sei affascinato dalla Cina e dall’arte cinese e orientale in generale?
R: L’arte orientale in generale mi affascina dal punto di vista della minuziosità che inseriscono all’interno della loro cultura generale, sia nell’esecuzione che nel modo di fare e di concepire l’esistenza. È curioso come i dettagli e la delicatezza fanno da padroni a questa cultura ed è una caratteristica che ammiro, perché personalmente avrei delle difficoltà a fare tale realizzazione. Devo ammettere però di non essere coinvolto completamente e non c’è un vero motivo alla base, se non un fatto di gusto personale, anche se ammiro molto questo loro modo di essere. L’approccio alla realizzazione di un qualcosa può assomigliarsi da un punto di vista emotivo, di dedizione ed empatia con la disciplina, ma poi cambia la modalità di esecuzione. Anche adesso che realizzo dipinti figurativi, la ricerca è verso questa tendenza alla precisione, abbinata però all’emotività della mano, che tramuta il segno in uno stile personale. L’adattare il proprio essere a diverse dinamiche è un processo che può portare a terre inesplorate e a scoprire l’essenza dell’essere personale.

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