Il pittore Daniel Mannini racconta il suo significato di liberazione sulla scia della celebrazione del 25 Aprile

La data simbolica del 25 aprile è innegabilmente radicata nella memoria comune e nel ricordo commemorativo delle celebrazioni ad essa connesse e collegate, che nel nostro Paese sono distribuite e dislocate con grande attenzione e premura, per conferire il giusto e meritato risalto a quanto rappresenta e rievoca questa importante ricorrenza di valenza ufficiale e istituzionale. Ecco dunque, che proprio in virtù della scia trainante, che il 25 Aprile produce è stato pensato e ideato un progetto apposito, che ha coinvolto l’artista pittore Daniel Mannini nell’approfondire la sua visione di pensiero in merito a questa data fatidica, congiungendosi anche a un insieme di riflessioni significative riguardanti l’eroismo dei partigiani e il loro immenso coraggio e spirito di sacrificio patriottico. All’interno del progetto sono state incluse delle sezioni di scritti con contenuti mirati e anche una sezione di compendio integrativo in formato audio, che è stata dedicata a mantenere viva la memoria di un partigiano modenese, Emilio Po (mio prozio), che ha dato la vita per la giusta causa della libertà e rappresenta nel suo gesto estremo quella forza caparbia e tenace di resistenza, che ha accomunato tutti i partigiani“. Così sottolinea la dottoressa Elena Gollini, curatrice del progetto, nello spiegarne i tratti salienti. Il progetto celebrativo e commemorativo investe un particolare pregio anche per la riflessione di commento davvero sentita e toccante, rilasciata dal rinomato attore, scrittore-artista tutto tondo Marco Bonini. Entrando nel merito dell’argomentazione sostanziale la dottoressa Gollini ha predisposto alcune domande di intervista rivolte a Daniel Mannini.

D: Come concepisci la festività del 25 Aprile e in che modo la vivi attivamente e in maniera compartecipe?
R: Questo giorno è molto sentito nel nostro Paese in quanto il senso di libertà e l’assenza dell’oppressione portarono a respirare un’aria nuova, dopo anni di timore. Dal mio punto di vista è un modo per omaggiare le persone del tempo, che hanno vissuto e sacrificato la loro vita per ottenere tutto questo. Questa data conserva la memoria di quello che raccontavano i miei nonni, ovvero momenti di paura ma anche di speranza nel potersi rincontrare un giorno. Quello che possiamo fare oggi è continuare a conservare questo ricordo e non sminuirlo né lasciarlo sbiadire con il tempo, tenendo sempre una luce accesa per riflettere su quello che è stato e che non deve ricapitare, anche se purtroppo in alcune parti del mondo continua ad esserci questo senso di negazione di libertà, ma soprattutto di pensiero.

D: Quali riflessioni di approfondimento ha generato e alimentato questo progetto che prima non avevi ancora valutato e considerato?
R: Il progetto mi ha condotto a riflettere ancora di più sull’importanza del riconoscere il coraggio delle persone, tenendo in considerazione anche le immagini che vediamo oggi, portandomi alla conclusione che, se vogliamo, possiamo ottenere quello che desideriamo, che sia la libertà o i propri sogni. Questo parallelismo, per quanto non può essere sullo stesso piano, si lega molto a quello che è riconducibile all’interno della mia pittura, dove questo senso di liberazione da ogni inibizione è fondamentale per poter esprimere la propria idea senza avere nessuna influenza esterna, credendo nei propri principi. Bisogna avere il coraggio di cambiare pur di andare contro quello che è presente, cercando di cambiare ed evolvere, in meglio, la realtà in cui viviamo.

D: Tra gli appartenenti alla tua generazione, tra i tuoi coetanei, come viene sentita la data del 25 Aprile? Ritieni che serva una maggiore sensibilizzazione e presa di coscienza sociale in generale per darle il giusto peso di valore?
R: Non ho nessun titolo di merito per dire come viene percepita questa festività tra i miei coetanei, perché non tutti siamo uguali e non tutti possiamo vedere le cose allo stesso modo. Credo che sensibilizzare questa data sia importante oltre che per la mia, anche per le altre generazioni. Ogni occasione è ottima per poter darle importanza e non soltanto durante il giorno stesso dell’evento. Dico questo perché la percezione che ho è quella di un affievolirsi già dal giorno seguente una volta passata, come ogni festività o ricordo. Questa data non deve essere elogiata solo dalla parte del popolo, ma anche da quella delle istituzioni perché credo che debbano essere le prime a dare l’esempio, farne comprendere nel miglior modo possibile il significato e magari non cavalcare l’onda del populismo con il rischio di macchiare questa straordinaria, quanto sofferta, ricorrenza.

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