Europa e USA, dati macro deludenti. Sorpresa Gran Bretagna

Gli ultimi dati macro sull’economia reale hanno raccontato un quadro che è ancora di generale stagnazione per Europa e USA. A quelli abbastanza deludenti arrivati dal Vecchio Continente giovedì, hanno fatto seguito i dati sul mercato del lavoro USA venerdì, che sono stati al di sotto delle aspettative. L’unica che ha sorriso negli ultimi giorni è stata la Gran Bretagna, che ha avuto dai report positivi. Non per niente la Sterlina subito dopo è tornata a marciare decisa. Basta guardare i grafici della piattaforma di uno dei migliori broker per trading online per rendersene conto.

Europa e USA uniti nelle difficoltà

dollaro-euro-sterlinaSecondo i dati Pmi pubblicati riguardo l’area Euro, la crescita dell’attività manifatturiera ha segnato un decelerazione ad agosto. Il quadro, comunque, è abbastanza disomogeneo. Si ha in sostanza la sensazione forte che l’Europa procede decisamente a diverse velocità. Se nei Paesi del nord Europa c’è stata una certa espansione, il resto ha arrancato.

A livello complessivo l’indice Pmi per l’intera area è sceso a 51,7 da 52,0. Meno delle aspettative, che erano di 51,8. Almeno si è rimasti sopra la soglia di 50, quella che separa la crescita dalla contrazione. A livello di singoli paesi, come al solito il traino è la Germania. Poi ci sono Olanda e Austria.

Nelle altre zone dell’area Euro, la situazione è più pesante. C’è contrazione dei dati sia in Francia che in Italia. Peggio ancora in Grecia. Spagna e Irlanda invece rimangono sui minimi da metà 2013.
In Italia l’indice Pmi è sceso a 49,8 da 51,2 di luglio. Per la prima volta da inizio 2015 ha varcato la soglia di 50. siamo cioè nel terreno della contrazione.

Negli USA i dati sono stati egualmente deludenti. Il numero di occupati nel settore non agricolo (Non Farm Payrolls) è stato notevolmente sotto le attese. Egualmente deludente è stato l’indice di disoccupazione.

Sorride solo la Gran Bretagna

Chi può sorridere è la Gran Bretagna. In barba ai timori post-Brexit, l’indice Pmi manifatturiero si è attestato ad agosto a 53,3 punti. Ovvero in crescita di 5 punti dai 48,3 punti di luglio, subito dopo il referendum sull’uscita dalla UE.  Il merito è soprattutto della sterlina, il cui crollo di valore dopo la Brexit ha dato un grosso impulso alle esportazioni.
Il dato segna il livello massimo degli ultimi 10 mesi, ed è anche il balzo mensile più alto nei 25 anni di rilevazione Markit.

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